È stata la mano di Koulibaly
di Daniele Alfieri
A San Siro l'Inter e il Napoli si giocano una doppia chance troppo ghiotta da poter essere sprecata, l'unico problema è che, nonostante i sorrisi, gli abbracci e i baci prima della partita, Inzaghi e Spalletti sanno benissimo che solo una delle due squadre avrebbe potuto renderla concreta facendo infelice l’altra. "E stavolta guai a pareggiarla, piuttosto fate un autogol e la perdiamo", si sarebbe lasciato scappare il tecnico dei nerazzurri, esasperato dopo le chance buttate al vento al Meazza, in rigoroso ordine cronologico, contro Atalanta, Juventus e Milan. Già, perché l'Inter di Inzaghi una vera grande del nostro campionato non era mai riuscita a batterla, gli scontri diretti non ce la faceva proprio a vincerli, perché mancava sempre qualcosa, e chissà se un giorno sarebbe riuscita mai a guarire. La crisi di Lautaro? Prenda esempio da Giroud e Dybala. Aria ben diversa per lo straripante Napoli, che invece viaggiava alla sconvolgente media di 2 punti a partita conquistati contro tutte le big sinora affrontate: Juventus e Roma, la prima sconfitta 2-1 al Maradona a settembre, l'altra di Mourinho fermata sullo 0-0 un mese fa all'Olimpico. Il calcio a volte è matematica, con un pizzico di prostituzione intellettuale.
Il minuto 17 è nerissimo per l'Inter. Barella recidivo dopo l'errore nel derby consegna a Zielinski il pallone della ripartenza, la trama portata avanti da Osimhen e Insigne viene conclusa dal polacco che fa capire ai 57mila di San Siro come stanno quest'anno le cose in campionato. Nerazzurri rispediti a meno dieci e Spalletti che torna a brindare davanti ai suoi ex tifosi. Poi il colpo del grande regista, un plot twist che nemmeno Hitchcock o Shyamalan: l'Inter non si sconquassa, anzi guadagna metri e coraggio credendo di poterla ribaltare, anche subito, dall'altra parte il Napoli arrembante della prima parte di gara si ritira per difendere in maniera disattenta e disorganizzata. Così passano sei minuti per arrivare all'episodio che, per una volta, "gira" a favore dei nerazzurri e cambia le sorti del match (qualcuno dirà del campionato). Bastoni fa da apriscatole a sinistra sovrapponendosi a Perisic e Correa, dal cross nell'area sovraffollata la sponda di Darmian per Barella a cui è stata lasciata la poltronissima davanti a Ospina, mentre Fabian Ruiz è in balia di qualche sortilegio che gli fa perdere l’orientamento costringendolo per tutta la partita a brancolare nell'oscurità dimenticandosi del 23 nerazzurro. Destro e parata, ma di un difensore azzurro! Servono il VAR, un cartellino giallo per proteste a Inzaghi, ma alla fine anche Valeri si convince: è stata la mano di Koulibaly.
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