Ecco come si cura la (forzata) Forlastinenza
La notizia ha un po’sballottato tutto l’ambiente. Diego Forlán non potrà giocare la Champions solo dal prossimo febbraio, quando la competizione entrerà nel vivo con i turni a eliminazione diretta. Il calciatore uruguaiano ha infatti giocato nel terzo turno preliminare di Europa League contro i norvegesi dello Strømsgodset un totale di 110 minuti (20 all’andata e 90 al ritorno), 110 minuti che sono la sua prigione, almeno sino a febbraio. Una gatta da pelare non indifferente per Gian Piero Gasperini che si troverà costretto a reinventare il suo attacco in vista delle prossime sei gare contro Trabzonspor, Cska Mosca e Lille. Il tecnico di Grugliasco avrà a comunque a disposizione un arsenale bellico non indifferente: attaccanti come Diego Milito, Giampaolo Pazzini e Mauro Zárate, più una batteria di tre trequartisti, ovvero Wesley Sneijder, Philippe Coutinho e Ricardo Alvarez.
Se Gasp optasse per la difesa a 4, la soluzione potrebbe essere il rombo, con Sneijder a sostegno delle coppie Zárate-Milito, Zárate-Pazzini e della coppia di pesi massimi Milito-Pazzini. Se la scelta ricadesse su una sola punta, dietro a Pazzini o Milito, giocherebbero Sneijder e Zárate, con Cou e Ricky pronti a subentrare. Se invece sarà 4-3-3, Sneijder potrebbe essere allargato sulla sinistra. L’olandese sfrutterebbe la sua capacità di creare gioco, tagliando verso il centro e dialogando con il centrocampo. Stesso discorso vale nel caso di un utilizzo del 3-4-3. Queste le soluzioni che Gasperini potrebbe adottare, puntando tutto sulla voglia di rivalsa di un campione, decisivo due anni, sfortunato lo scorso. Si tratta di Diego Milito.
Inutile affermare che il peso dell’attacco, mancando Forlán, ricade in gran parte sul bomber argentino che vuole tornare protagonista in Champions League come lo fu nella stagione 2009/2010, nella quale mise a segno sei gol, tutti pesantissimi e decisivi. La voglia di rivalsa del Principe, unita alla determinazione e al desiderio di mettersi in mostra di Giampaolo Pazzini sul massimo palcoscenico europeo possono davvero fare la differenza. Ma per non far pesare l’assenza (importante) di Forlán serve una squadra. Gasperini ha detto chiaramente che non c’è un solo leader, ma il leader è la squadra stessa.
Solo con uno spirito di sacrificio e una mentalità comune si può sopperire all’assenza del Cacha, con la convinzione che da febbraio in poi l’uruguagio possa sentire le note dell’inno della Champions, per poi risentirle in marzo e magari in aprile, grazie anche ai suoi gol.