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Eriksen, Gosens e le sliding doors: quando un gol pesante può cambiare il destino

di Stefano Bertocchi

"Hard work pays off. Always", recitava il post pubblicato su Instagram da Robin Gosens lo scorso lunedì 10 ottobre, a due giorni dalla grande prestazione dell’Inter al Camp Nou di Barcellona. Lo stesso messaggio - la cui traduzione in italiano è "Il duro lavoro ripaga. Sempre" - è stato poi riproposto dal Panzer tedesco poche ore dopo il prezioso 3-3 nerazzurro contro i blaugrana, un risultato che lancia il Biscione verso il match-ball per la qualificazione automatica agli ottavi di finale di Champions League: la data cerchiata in rosso nel calendario è mercoledì 26 ottobre, quando alle 18.45 Lautaro e soci sono chiamati a vincere contro il Viktoria Plzen in un San Siro che si preannuncia infuocato, con oltre 70mila spettatori attesi (e già ‘ufficializzati’) a poco più di una settimana di distanza dall’atteso evento.

Robin fa bene a sottolineare e rilanciare quel mantra. Perché il vincente mancino che ha zittito il Barcellona e gran parte della Catalogna è stato importante per la squadra (come testimoniato dalla classifica del girone e dal significativo e sentito abbraccio di gruppo al momento dell’esultanza), ma può essere fondamentale anche per la carriera interista dell’ex Atalanta, finora impiegato con il contagocce da Inzaghi causa Perisic, infortunio e condizione fisica non ottimale. Quello che in tanti si augurano, partendo dagli uffici di Viale della Liberazione fino ad arrivare ai seggiolini di San Siro, è che il preciso e tagliente sinistro che ha gonfiato la rete del Camp Nou possa rappresentare la sliding door di Gosens nella sua avventura all’Inter. D’altronde, un precedente simile che fa ben sperare la sponda nerazzurra del Naviglio esiste. Eccome.

Il riferimento è ovviamente a Christian Eriksen, tenuto comodo in panchina da Conte per gran parte della sua gestione fino alla svolta-gol arrivata con la pennellata su punizione nel derby di Coppa Italia contro il Milan, datato gennaio 2021. Da quel momento in poi, dopo un’attesa più che professionale e tante voci di mercato (proprio come sta succedendo con Gosens), il gioiello di Middelfart si ritagliò uno spazio importante nel 3-5-2 del tecnico salentino, capace di ricredersi sul suo conto fino a schierarlo titolare con continuità nella funzione di doppio-play accanto a Brozovic. Ed arrivando persino ad ammettere a distanza di mesi il piacere di poterlo allenare di nuovo: "Mi è piaciuto molto lavorare con lui e mi piacerebbe allenarlo di nuovo in futuro - le parole rilasciate a ridosso di Manchester United-Tottenham, dove i due saranno avversari -. Era un giocatore che ogni squadra ha cercato di prendere, ma penso abbia fatto una scelta importante accettando un triennale con lo United. Gli auguro il meglio, esclusa la partita contro di noi, ovviamente".

Riuscirà Gosens a replicare all’Inter quanto già successo con Eriksen? La domanda è scontata, le risposte no: arriveranno solo dal campo, da Inzaghi e soprattutto da Robin. Le sliding doors nel mondo calcio esistono e possono essere decisive. E dalle parti di Appiano lo sanno bene.


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