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Errare è umano, il 'ci può stare' è diabolico

di Simone Togna

Quanto successo nell’ultima giornata di campionato mi lascia parecchio amaro in bocca. Sinceramente non riesco a darmi una risposta sui tanti errori arbitrali commessi in più partite. Il Var è stato introdotto proprio per evitare situazioni simili. Per stemperare per le polemiche. Per rendere giustizia. Per parlare di un calcio pulito, senza più retropensieri complottistici di un qualcosa deciso a tavolino, che portava a vane grida di scandalo una determinata decisione. Ecco, ultimamente si è intrapresa una via che di certo non fa bene a nessuno. A turno, quasi tutti i tifosi di questa o quella squadra si sono sentiti defraudati. Proprio per marchiani errori commessi dai direttori di gara che hanno inficiato i risultati finali di una partita. E questo francamente non possibile. Né accettabile. Altrimenti è chiaro che vengano in mente strani dubbi, che riconducono a Calciopoli. Ed è proprio questo il problema maggiore.

Cari arbitri, il vostro è certamente un mestiere ingrato. Lautamente pagato, per carità. Ma non invidio di sicuro. Ogni domenica, che facciate bene o male il vostro lavoro, vi prendete una valanga di insulti. E questa è un’ulteriore piaga che sarebbe da combattere. Voi non siete il nemico. Anzi, dovreste essere il simbolo dell’equità e imparzialità. Se la squadra X gioca bene e perde per un rigore al 90esimo, la colpa mica è vostra. Ma del difensore che ha commesso il fallo. Se però, adesso che c’è il Var, quel penalty assegnato è stato un abbaglio, si deve cambiare quella decisione. Senza se e senza ma. O scuse. La politica del “ci può stare” non deve esistere, né essere supportata da stampa e tifosi compiacenti. Altrimenti sì che è colpa vostra. E si ritorna sempre allo stesso punto, quello delle dietrologie e di un calcio potenzialmente malato e manipolato che non piace a nessuno. Adesso avete tutti gli strumenti per non essere associati a Calciopoli, usateli.

Resto convinto che attualmente ci sia la massima buonafede e si tratti solo di palesi errori commessi perpetuati semplicemente perché nessuno è infallibile. Dovessi anche solo minimamente pensare al marcio, cambierei mestiere. Ma se mettete davanti l’orgoglio rispetto al giusto, di quello che ha deciso così e si appiglia a qualsiasi cavillo per non cambiare decisione – non posso credere che non conosciate il regolamento o non capiate l’entità dei vari interventi – allora chi dovrebbe cambiare mestiere fin da subito siete voi.

Cambiamo argomento e parliamo di calcio giocato. Nello specifico di un giocatore che ha segnato 7 reti in 10 presenze in Serie A e che ora viene esaltato da tutti. Vi ricordate cosa pensavano tafazzisti e parte dei miei colleghi giornalisti del buon Lukaku? Io sì: era già stato marchiato come bidone. Per questo ripropongo semplicemente quanto scritto da me in alcuni editoriali precedenti. “Criticare il miglior marcatore della storia del Belgio, la Nazionale prima al mondo del ranking Fifa in questo momento, perché di fatto è stato pagato tanto e non segna un gol a partita, beh mi sembra limitativo e limitante”. E ancora: “Sostenere che Romelu sia scarso è un po’ come sostenere che ‘Yonghong Lì fosse meglio di Suning’”. Verba volant, scripta manent. Forse, dico forse, qualcuno dovrebbe scusarsi con Lukaku. Si è sempre in tempo per ammettere i propri errori. Non costa nulla ed è segno di intelligenza. Vale per i giudizi sui giocatori. O su un rigore fischiato che non era da assegnare.

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