Gasp, mi tocca constatare. Chi ha il coraggio di cedere Wes?
Francamente, dopo il primo tempo del derby ero entusiasta, quasi incredulo: l’Inter gioca a meraviglia, non concede nulla al Milan e mantiene il pallino per quasi 45 minuti, concludendo la prima frazione in vantaggio. Troppo bello per essere vero, al 95’ le buone sensazioni sono già un ricordo. Supercoppa al Milan, dunque, e spettro degli zeru titoli (diciamolo, ci aspettano tutti al varco…) ancora presente almeno fino a maggio. Inoltre, pesa, e tanto, la terza sconfitta consecutiva contro il Milan, che sembra sempre più solido nonostante le fasi di difficoltà del primo tempo. Mi spiace perché la Supercoppa è un trofeo che alla lunga conta, di quelli che fanno palmares e, soprattutto, regalano morale. Ma voglio pensare positivo pur se battuto sul campo: anche Mourinho, nella stagione del Triplete, cedette 2-1 al Bird’s Nest contro la Lazio. Se cabala fosse certificata, Gasperini potrebbe sorridere e noi tifosi con lui.
Per il resto, preferisco concentrarmi più sul primo tempo che sul secondo, assolutamente deficitario. Siamo solo all’inizio di agosto e bisogna ad ogni costo nutrirsi di buone sensazioni e di dettagli soddisfacenti. Il derby ce ne ha concessi più d’uno, facciamone tesoro per continuare a migliorare. C’è però anche qualcosa che non mi ha convinto: l’eccessiva tendenza a variare assetto tattico di Gasp a partita in corso. Nella ripresa, iniziare con un cambio, ha fatto solo la gioia del Milan. Se l’intenzione era confondere l’avversario (il diretto interessato nega), il mister ha creato problemi soprattutto ai suoi giocatori, ancora troppo acerbi per determinate situazioni strategiche. Se proprio si vuole sperimentare, magari è meglio farlo in amichevoli di lusso piuttosto che in un derby che vale un trofeo. Ma se Gasperini ha preso certe decisioni, avrà le sue ragioni e io mi limito a una constatazione sotto gli occhi di tutti.
Altro aspetto che mi preme sottolineare: davvero l’Inter vuole privarsi di Wesley Sneijder? Lo terrei anche solo per la sua maestria sui calci da fermo, che spesso e volentieri regala punti pesanti. Fosse andata diversamente nel secondo tempo, l’olandese sarebbe stato l’eroe del derby. Non certo un giocatore con il piede di partenza, visto anche il modo con cui ha protestato nei confronti di Rizzoli anche a fine partita, segnale di attaccamento e voglia di vincere. Teniamolo, a tutti i costi, di fenomeni così il calcio non è certo ricco…
Conclusione proprio nei confronti di Rizzoli. Passi per il gol del pareggio di Ibrahimovic, nato da un fallo di Boateng su Stankovic che anche a 8 mila km di distanza si è visto benissimo. Ma la mancata espulsione di Gattuso poco prima della rete di Sneijder mi lascia perplesso. È giusto che ogni tanto il regolamento vada interpretato, ma l’intervento del rossonero su Obi è da ammonizione, punto e basta. Chissenefrega se Gattuso avesse appena rimediato un cartellino giallo, peggio per lui che non sa controllarsi. E non è la prima volta che in un derby Ringhio viene graziato. Serve coerenza anche nel far rispettare il regolamento. Le interpretazioni lasciamole ad altre circostanze.