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Giovani canterani esordiscono. Ma adesso non facciamoci l'abitudine

di Fabio Costantino

Vince anche quando non convince, ed è proprio questa una delle virtù principali delle grandi squadre. Mi riferisco alla Primavera dell'Inter, guidata da Stefano Vecchi, quella che battendo 1-0 il Sassuolo senza particolari effetti speciali, come ci ha abituati in altre occasioni, ha portato a casa la nona vittoria su altrettante partite in campionato, l'undicesima considerando anche la Tim Cup di categoria. Un rullo compressore che può fare a meno di Federico Bonazzoli e persino della vena realizzativa di George Puscas, 'finalmente' a secco dopo aver bucato tutte le difese avversarie.

Viaggia bene l'Inter a livello giovanile, i nostri canterani crescono a vista d'occhio, merito di tutto lo staff che li segue sotto la guida di Roberto Samaden, uomo di poche parole ma di molti fatti. Se una ventina di nerazzurri sono nel giro delle prime tre rappresentative azzurre giovanili, un motivo ci sarà. E neanche l'accusa ben poco velata di esterofilia infantile mossa da qualcuno al club nerazzurro regge, perché pur godendo delle prestazioni di molti ragazzi provenienti da altri paesi, si punta forte sempre sul made in Italy. Si pensi a quanto accaduto a Saint-Etienne, dove hanno esordito in Europa League due italiani come Federico Bonazzoli, alla prima dal primo, e Andrea Palazzi, centrocampista dalla faccia tosta di cui si dice un gran bene. Due esempi che, come Enrco Baldini ha detto dopo la vittoria sul Sassuolo, fanno ben sperare in un futuro in prima squadra per tutti i canterani. A ragione, se si pensa a quanto stiano facendo bene in questo momento e a quanti margini di crescita abbiano ancora un po' tutti, da Dabo a Sciacca, da Camara (esordiente a Parma) a Puscas, dallo stesso Baldini a Dimarco fino a Donkor. Insomma, materiale umano su cui lavorare c'è, anche se non tutti calpesteranno con continuità i campi elisi del calcio professionistico. La società oggi ha molta fiducia, anche per motivi finanziari, nel proprio vivaio e Mazzarri ha dimostrato di poter darne altrettanta ai più meritevoli, che già si allenano con la prima squadra.

In Europa League ben sette ragazzi nati negli anni '90 sono scesi in campo, sui 14 totali. La metà, dunque. Buona notizia per chi ha come obiettivo abbassare l'età media dell'Inter, ma è giusto sottolineare come l'altra faccia della medaglia non sia così lucida. Benché i vari Kovacic, Juan, Dodò e Icardi siano ormai titolari in pianta stabile dell'Inter di oggi (quattro è già, considerati i trend generali, un numero molto elevato) giocatori come Obi, Mbaye, Bonazzoli, Palazzi e Camara probabilmente non avrebbero avuto tanta visibilità o potuto esordire in prima squadra se colleghi più maturi non avessero trascorso tanto tempo in infermeria. È quasi scontato pensare che Mazzarri non avrebbe mai pensato a loro se avesse goduto di altre alternative, di cui la sfortuna e tanti infortuni lo hanno privato. L'allenatore lo ha detto più di una volta, non ha alcuna idiosincrasia nei confronti dei giovani, purché possano essere affidabili. Non a caso, i quattro titolari sopra citati ormai sono irrinunciabili. A naso, direi che una volta rientrati tutti gli assenti, si ridurrà lo spazio per i comprimari e i canterani perderanno visibilità, tornando a cercarla con la Primavera.

Questo non significa che il programma di investimento sui giovani subirà un arresto, semplicemente tornerà nella norma, con piena fiducia nei soliti noti in attesa di novità dal mercato di gennaio. In questo momento Mazzarri ha bisogno di garanzie e non appena le riavrà tornerà alla solita rotazione. Certo, sarebbe interessante rivedere dal primo minuto Bonazzoli, o magari il funambolico Camara (puntate un euro sulla sua esplosione), ma personalmente credo che a infermeria vuota sarà dura che accada. Intanto, stasera contro l'Hellas alcuni canterani saranno ancora a disposizione, pronti a tentare l'allenatore in caso di necessità. Non è come giocare, ma è già tanto, in attesa che arrivi il momento giusto per tornare a entusiasmare e far sognare i tifosi e i compagni della Primavera, tutti in fila per un unico, grande obiettivo.


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Domenica 15 dicembre