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Giù al Nord, su nel morale. Presidente, lo premiamo Zarate?

di Fabio Costantino

Dal sud della classifica in Italia, al nord della Francia. La risalita nerazzurra è anche geografica, proprio nella terra dove è stato girato ‘Giù al Nord’, di cui Luca Miniero ha diretto il fortunato remake italiano ‘Benvenuti al Sud’. Inizio subito con una banalità: l’Inter non ha giocato una grande partita, ha badato al sodo e, con la consapevolezza di partire sconfitta dal punto di vista fisico-atletico, l’ha buttata sul carattere e sulla concentrazione, le doti mancate inspiegabilmente nel secondo tempo del Massimino. Evidentemente Ranieri ha toccato le corde giuste dopo sabato, convincendo i suoi uomini che al di là delle belle parole sarebbe bastato poco per rialzarsi, innanzitutto una vittoria. È arrivata e oggi è l’unica cosa che conta.

Lascio volentieri agli esteti del pallone il compito di criticare il gioco pragmatico e contenitivo dei nerazzurri, auspicare una prestazione schiacciante sul campo del Lille, notoriamente inaccessibile anche a livello continentale, è pura stupidità in questo momento. Insomma, prendo e porto a casa, una gioia che da troppo tempo non provavo e ora più che mai è dolcissima. Primo posto nel girone B, una soddisfazione ma anche una responsabilità da trascinarci in Italia: il fondo della classifica è uno schiaffo alla dignità di un club come l’Inter, che ha il dovere di replicare già da domenica contro il Chievo, ritrovando le tante energie psico-fisiche lasciate in terra francese.

Bravi tutti, e lo dico con convinzione, la stessa che dopo Catania mi aveva invitato a bocciare un bel gruppetto di protagonisti. Il riscatto, che desideravo io come tutti i tifosi, è prontamente arrivato e vale più di 3 semplici punti. Dico la verità, le recenti scottature mi hanno costretto a seguire con particolare tensione tutti i 73’ minuti che si sono disputati dopo il gol di Pazzini (che meraviglia, ora vado a rivederlo). Nella ripresa, in particolare, siamo stati avvolti da una pressione fastidiosa, di quelle che possono partorire una rete in qualsiasi momento. Ma la barca ha retto alla tempesta, neanche troppo crudele, e con estremo ordine e il minimo indispensabile di errori è entrata sana in porto.

Vorrei dedicare una menzione particolare a Julio Cesar, assoluto protagonista del Metropole. Non perché autore di interventi particolarmente difficili (a parte una conclusione vigliacca di Payet), ma per la sicurezza che ha garantito a tutto il reparto, che ovviamente ne ha tratto beneficio ed è riuscito, udite udite, a non subire gol per la prima volta in stagione, proprio contro un avversario offensivamente all’avanguardia. Un plauso anche a Zarate, che ha fatto un passo importante verso l’obiettivo dei 10 assist stagionali che gli varrebbero un riconoscimento economico. Per pesantezza e qualità, quello servito a Pazzini a mio modo di vedere vale doppio. Magari Moratti lo valuterà allo stesso modo…


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