Hernanes tocca a te
Ci aspettiamo grandi cose da lui. Il profeta è chiamato a risollevare una situazione pesantissima, tutto sulle sue spalle, tutto sul nuovo numero 88. Nell’Inter in questo momento non c’è una stella che brilla, tocca al brasiliano illuminare la buia notte nerazzurra, non c’è una guida in campo che indichi il sentiero, ce lo aspettiamo tutti da lui.
Mazzarri ha il suo uomo in più, colui che potrebbe sistemare le pecche di una squadra in alto mare, disorganizzata e con le gambe spezzate dalla paura di sbagliare. Spesso nel calcio si cerca qualcuno con personalità che sia capace di caricarsi il peso del risultato sulle spalle. Qualcuno che alzi il livello generale e porti la squadra dritta dritta all’obiettivo. Hernanes è chiamato a fare questo, questo sarà il suo scopo a tinte nerazzurre. Il mister, con tutta probabilità, gli darà in mano le chiavi del centrocampo, a lui darà il compito di impostare e far muovere i compagni, quello insomma che non succede da tempo.
L’ex laziale ha la classe e la personalità per trasformare una squadra in crisi d’identità e fargliela ritrovare. Ma sia chiaro il profeta, per quanto il soprannome lo aiuti, non potrà fare tutto da solo. Mazzarri dovrà fare il suo e convincere tutti gli uomini a disposizione che non tutto è perduto e che c’è ancora tempo per rimediare agli errori del passato e risalire.
La squadra vista contro Catania e Juventus è sembrata paralizzata dalla paura di sbagliare, la palla scotta sempre tra i piedi e per questo motivo risulta impossibile riuscire a completare 3 passaggi di fila in verticale. I movimenti sulle fasce, le sovrapposizioni e le diagonali difensive sono un vago ricordo, si vivacchia lanciando la palla lunga nel campo dell’avversario sperando che ci pensi il solito Palacio. Non può andare avanti così. Mazzarri con l’inserimento di Hernanes potrà contare sull’uomo che mancava. L’uomo di classe, d’esperienza e di regia che può dare un ordine preciso alla squadra, ma l’Inter deve togliersi la paura di dosso e deve rimanere concentrata fino all’ultimo. Troppo facile reagire negli ultimi 5 minuti di una partita già persa quando in gioco non rimane niente. Quindi forza e coraggio, il profeta è con noi.