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Houssine Kharja, la spalla silenziosa

di Fabio Costantino

Ho fatto rapidamente due conti dopo la vittoria sul Bari. In pratica, da quando i nuovi acquisti Pazzini e Kharja hanno esordito (vs. Palermo), l’Inter è andata a segno 6 volte in 2 partite e ben 4 delle marcature nerazzurre portano la loro firma. Tre per il Pazzo, uno per il franco-marocchino. Cosa emerge da questo ragionamento? Che il mercato dell’Inter, e non solo sulla carta, è già tremendamente efficace per le sorti di questo campionato. I due ex genovesi hanno avuto un impatto devastante sulla squadra di Leonardo, che non solo ha due pedine in più su cui fare affidamento, ma può serenamente ringraziare la società di avergli preso due potenziali titolari.

Non male per un mercato di riparazione, mai come in questo caso degno di questa etichetta. Siccome di Pazzini ormai si è detto un po’ di tutto e gli elogi abbondano, mi piace evidenziare l’ottimo inserimento di Houssine Kharja, ‘abbandonato’ dal Genoa e prelevato dall’Inter con immenso piacere. Il centrocampo aveva bisogno di un giocatore così e l’infortunio di Stankovic ha di certo rafforzato tale concetto. La ripresa contro il Palermo e i 90 minuti di Bari testimoniano la duttilità del giocatore, in grado di agire un po’ ovunque a centrocampo. E la tecnica di certo non gli manca.

Il gol ai pugliesi, determinante per superare lo scoglio dello 0-0, è solo la punta di un iceberg che Kharja ha eretto sin dal suo arrivo a Milano. Nulla di colossale, sia chiaro, ma la percettibilità del suo impatto è indiscutibile. Brava la società ad averlo ingaggiato senza troppi squilli di tromba, tutti dedicati al colpo Pazzini. Bravo il giocatore a entrare in punta di piedi nei meccanismi dell’Inter e a cogliere al volo le chance concessegli. Se il Pazzo è l’anchor man del nuovo show nerazzurro, di certo il franco-marocchino ne è la spalla ideale. Con lui in campo Stankovic potrà recuperare dal guaio muscolare senza dover affrettare i tempi, perché tatticamente e tecnicamente Kharja sembra all’altezza di sostituirlo.

Chi invece ha confermato di essere insostituibile è Wesley Sneijder, finalmente tornato a vestire la maglia nerazzurra. Considerata la sua lunga assenza e il suo ritorno dopo il mercato di riparazione, verrebbe scontato definirlo un nuovo acquisto. E come per Kharja e Pazzini, anche l’impatto dell’olandese è stato folgorante. Gli è bastata mezz’ora per trascinare l’Inter e restituirle l’identità perduta e solo a tratti ritrovata. Al suo posto si sono alternati in molti, con alterne fortune, ma Wes è l’unico in grado di creare gioco e cambiare mentalità ai suoi compagni. Palla a terra, passaggi veloci e verticalizzazioni improvvise, altro che lanci lunghi dalle retrovie sperando che le punte la spuntino contro i rispettivi marcatori. Con lui Leo potrà proporre un’altra Inter, quella che lo stesso Mourinho ha costruito sulle spalle di Sneijder e che Benitez avrebbe voluto vedere.


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