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I discorsi su Conte e non solo. Ma il fattore Inter ha un impatto non da poco

di Niccolò Anfosso

In questi giorni i sentieri, più o meno larghi, del dibattito calcistico si sono scatenati. Nel periodo della sosta, si sa, si tracciano griglie e grigliate del campionato italiano. Con qualche fantasia di troppo, in alcuni casi. L'Inter corre senza fermarsi e dopo lo stop contro il Milan la truppa di Inzaghi ha ottenuto il bottino pieno, mostrando però qualche punto debole. Se l'assetto dell'anno scorso lasciava davvero poco spazio a interpretazioni variegate, in questa stagione il reparto difensivo dell'Inter sta balbettando con una frequenza un po' preoccupante, soprattutto registrando la volontà di riconfermarsi.

Nella scorsa stagione la squadra di Inzaghi è stata puro automatismo psichico, un mosaico delle sicurezze (una dietro l'altra, molto spesso incatenate), una costruzione energica di bel gioco ed entusiasmo, un'autentica liberazione di bellezza nello spirito e nell'interpretazione. È stata realista e surrealista, razionale e impulsiva, cinica e composta, logica e pazza, calcolatrice e spregiudicata, immaginazione e realtà.

Un'espressione spontanea. Adesso si deve tracciare il futuro facendo i calcoli con le imprecisioni e le imperfezioni, che talvolta possono inserirsi nei meandri della pratica. Ma il dibattito, che ha rilanciato alla grande la candidatura del Napoli di Conte, qualche volta dimentica che il fattore Inter ha un impatto non da poco. Se la squadra di Inzaghi saprà mantenere un ritmo analogo (non identico) a quello della scorsa stagione, ecco che i tifosi del Biscione potranno nuovamente divertirsi. La concorrenza è diversa e variegata, con la Juve di Motta non così brillante in A, un Milan troppo discontinuo, e la solidità del sopracitato Napoli. I nerazzurri possono confermarsi, limando gli svarioni arretrati (subendo dunque meno gol) e lottando per la ricerca assidua della continuità.


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