I funerali da chi ha la memoria corta
Il calcio è veloce, velocissimo. Non c’è tempo per esprimere un giudizio che pochi giorni più tardi questo deve essere rivisto, rivalutato, talvolta addirittura capovolto. Oggi tutti abbiamo ancora ben fisse nella testa le reti con le quali l’Inter ha battuto per 3-0 l’Empoli, ma la verità è che ancora di pià ogni interista ha fissato nella sua mente il 4-4 pirotecnico contro la Juventus. Di fatto è il derby d’Italia, una delle partite più sentite dai sostenitori nerazzurri, se non la più sentita. E visto il risultato finale e quanto successo, per anni e anni si parlerà degli otto gol di San Siro.
Certo, l’Inter ha innegabilmente perso 2 punti, mi sembra evidente. Come sono plausibili e condivisibili le critiche per una fase difensiva quasi inesistente in occasione del 3-4 e del 4-4 bianconero. Ma si deve anche ribadire che qualora il match fosse terminato 7-2 non ci sarebbe stato nulla da dire. Attenzione, con i se e con i ma non si va da nessuna parte. Quindi si deve analizzare la X e non quel che sarebbe potuto essere. Ma i funerali post Juventus mi sono sembrati sinceramente fuori luogo, tra intertristi, tafazzisti e tifosi col microfono che non riescono a scindere professione e amore per la squadra (o forse sono semplicemente scarsi in quello che dovrebbe essere il loro mestiere).
Non è insultando questo o quel calciatore che il risultato può cambiare. Né tantomeno insultare Inzaghi, visto che comunque parliamo di uno dei migliori allenatori del mondo, che chiaramente potrà sbagliare, ma che se ha portato l’Inter ad essere una delle top internazionali deve essere trattato come merita, senza dar credito a PippoPlutoFragolino97 che si sente bene dietro la sua tastiera dopo aver magari spalmato un po’ di topexan sui brufoli di un viso che vorrebbe tanto essere accarezzato da una prima fidanzatina, senza successo.
Senza andare troppo lontano, ma ve la ricordate la banter era nerazzurra? La storia dell’Inter è piena di successi e trionfi, ma ci sono stati pure anni bui, dove la speranza di poter forse vincere la Coppa Italia era il meglio a cui si potesse puntare. Non è che tutti gli anni si può vincere il Triplete o il campionato con 157 punti di vantaggio sulla seconda. E allora, critiche costruttive sì, imparando dal passato, cazzate anche no, grazie.
La voglia di vincere, di stravincere contro la Juventus mi ha ricordato a dire il vero Inter-Milan 1-2, quando Giroud segnò una doppietta amara regalando al Diavolo tre punti che mai e poi mai rispecchiavano l’andamento di quel match (a proposito per molti amici rossoneri quello di Lukaku su Pavlovic è fallo, ma guai a ricordare il capitombolo di Sanchez). Capita.
L’obiettivo deve essere quello però che accada il meno possibile. Consapevoli pure che quel gioco di Inzaghi e della sua Inter che ha entusiasmato molti – se non tutti – non è catenaccio e contropiede. E quindi che quando hai davanti rivali di livello, non puoi sempre rifilare una cinquina, un poker o un 3-0 secco ai tuoi avversari.
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