Power Slap
All'alba dal 13 dicembre Fabio Rizzo, in arte Marracash, rompeva il silenzio pubblicando a sorpresa 'È Finita la Pace', settimo album da solista della sua lunga carriera da rapper. Un disco uscito all'improvviso, senza le classiche promo che generano hype e senza gli abituali feat che gonfiano il prodotto. L'intento dell'Intelli-gangsta cresciuto a Barona è chiaro e viene spiegato subito nella prima traccia: entrare a gamba tesa sulla scena rap italiana e su una grande parte dell'attuale industria musicale, trainata - appunto - da featuring ripetitivi, pubblicazioni che oscillano tra Festival di Sanremo e hit estive e da ritornelli "scritti dagli stessi autori". Il titolo è 'Power Slap', che tradotto letteralmente è 'Schiaffo di Potere'. Proprio come quello che l'Inter, all'improvviso, ha rifilato alla povera Lazio e a tutto il campionato a pochi giorni di distanza dall'ultimo lavoro di Marra.
All'Olimpico di Roma, prima del fischio d'inizio, si respirava uno strano mix di sensazioni: da una parte la nostalgia per la ricorrenza dei due anni esatti dalla scomparsa di Sinisa Mihajlovic, doppio ex indimenticato sia per il mondo biancoceleste che per quello nerazzurro; dall'altra la timida euforia del popolo laziale, carico per il momento positivo della squadra confermato dal primo posto in Europa League, dall'alta posizione in classifica in Serie A e dalla qualificazione ai quarti di Coppa Italia con l'eliminazione del Napoli (battuto anche in campionato). Dall'altra parte del campo, però, c'erano i campioni d'Italia in carica. In caso di successo della Lazio, appare ovvio (e scontato) immaginare che nel day after giornali e tv avrebbero parlato di una nuova pretendente allo scudetto, lanciando il parallelo l'hashtag #CrisiInter, visto il ko last minute di qualche giorno prima in Champions, nella casa del Bayer Leverkusen.
Dopo una trentina di minuti di buona Lazio, però, è uscito fuori lo strapotere dell'Inter: prima il doppio schiaffo Calhanoglu-Dimarco nel giro di pochi minuti sul finale del primo tempo, poi la stessa ricetta con Barella e Dumfries all'inizio della ripresa. Botte che hanno letteralmente tagliato le ali (e le gambe) all'Aquila, che da quel momento in poi ha smesso di volare. I timbri finali di Carlos Augusto e di Thuram servono a scrivere un nuovo dato nei libri delle statistiche, visto che la Lazio non aveva mai perso in casa una partita con sei gol di scarto. L'Inter ha stravinto in trasferta contro il peggior avversario che si potesse incontrare in questo momento in Italia e il messaggio è arrivato forte e chiaro a tutte le rivali: per strappare questo scudetto dal petto del Biscione bisognerà sudare. E tanto. Soprattutto dopo l'ultimo Power Slap dato dai nerazzurri al campionato.