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Icardi-Wanda: scuse o addio. Perché l'Inter è l'Inter

di Alessandro Cavasinni

Guerra fredda Inter-Icardi, in cui i protagonisti sono Piero Ausilio dalla parte del club e Wanda Nara da quella del giocatore. Non è dato sapere quale sia stata la miccia che ieri ha innescato il tourbillon mediatico della moglie-agente del rosarino, di certo qualcosa è successo. E, con altrettanta certezza, questa storia va risolta subito per non compromettere la stagione appena nata.

La Nara attacca l'Inter, accusando il club di non valorizzare (a livello economico) il suo assistito. Il ragionamento dell'agente è semplice: se l'Inter chiede 60 milioni per vendere Maurito, allora l'ingaggio dovrebbe essere proporzionato al prezzo del cartellino che la stessa Inter fa. E, detta così, non fa una grinza. Dall'altro lato, il ds Ausilio risponde che l'adeguamento c'è stato pochi mesi fa, che è arrivato anche il riconoscimento della fascia di capitano e che il ragazzo resta incedibile. Insomma, un pasticcio in cui sembrano avere tutti ragione. Ma anche tutti torto.

Davvero – come dice Wanda – Icardi è stato messo sul mercato dall'Inter? Verosimile. Verosimile perché tutti hanno un prezzo e non esistono incedibili. La parola "incedibile" andrebbe sempre supportata da "fino alla giusta offerta". Vorrei proprio vedere se dinanzi a 60 milioni cash dello sceicco di turno Icardi resterebbe nerazzurro. Non scherziamo. E non ci scandalizziamo davanti alle parole della Nara: è il giochino di tutti i procuratori che vogliono "cadere in piedi" in ogni caso, sia che si resti nel proprio club sia che si venga ceduti altrove. Che poi questo modus operandi debba per forza essere condiviso è un altro paio di maniche. Ma giudicare e fare i moralisti non è affar nostro.

Restiamo pragmatici e guardiamo alle cose di campo. E ci chiediamo: perché è stato rinnovato il contratto di Icardi nel giugno 2015? Beh, si era laureato capocannoniere della Serie A. Perfetto. E perché – a distanza di un anno – il suo contratto dovrebbe essere adeguato visto che ha segnato meno e, in generale, offerto prestazioni decisamente inferiori rispetto all'anno precedente? A rigor di logica, le cifre dovrebbero essere riviste al ribasso. Quando Maurito ha firmato tredici mesi fa quell'accordo era nel pieno possesso delle sue facoltà mentali e in piena libertà. E allora non si capisce cosa sia cambiato in questo breve lasso di tempo. Se l'unico appiglio per chiedere un contratto migliore – venendo meno le prestazioni – è quello della maggiorata richiesta dell'Inter in sede di mercato ("Icardi un anno fa valeva 20 milioni e oggi vale il triplo", Wanda dixit) allora siamo davvero al colmo.

Diciamocelo chiaro: Icardi, fin qui, non ha compiuto quel salto di qualità che in molti si aspettavano e auspicavano. Ai tempi della Sampdoria, Maurito era una bestia totale: duellava con i difensori, faceva a sportellate, teneva palla, faceva salire la squadra, si sacrificava e – dote naturale – faceva gol. Soprattutto quelli "brutti". All'Inter si è come imborghesito: aspetta la palla nei sedici metri avversari, raramente vince un duello fisico contro il diretto marcatore, scansa i corpo a corpo, sbaglia svariati appoggi, non tiene su palla, offre pochissime soluzioni di gioco, dialoga col contagocce. E, nell'ultimo anno, ha perso anche un po' di smalto sotto porta. Che poi non sia amato calcisticamente da Mancini è altrettanto evidente. Al di là dei numeri, il tecnico nerazzurro continua a chiedere a Icardi movimenti e giocate che – evidentemente – non sono nelle corde dell'argentino. E le panchine dello scorso anno spiegano tanto.

Non si sa se Icardi diventerà mai un centravanti di livello mondiale. Al momento, non lo è. E dopo i ricatti mediatici e di pessimo gusto della Nara ("ingaggio inferiore a quello di tanti compagni" o "per i nuovi acquisti spunta sempre una risorsa economica, per Icardi no"), due sono le strade: o il ragazzo prende le distanze da sua moglie scusandosi indirettamente oppure viene ceduto quanto prima. E se addio sarà, i tifosi nerazzurri sapranno farsene una ragione: hanno sopportato di molto peggio. Questo è il momento di chiarire che l'Inter è l'Inter. Qualcuno ricorda il nome del procuratore di Javier Zanetti?


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