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Il 24° uomo

di Alessandro Cavasinni

Quella di Andrea Ranocchia sembra una storia scritta sempre allo dallo stesso sceneggiatore. Una carriera fin qui segnata dal “vorrei ma non posso”. Grandi qualità, grandi prospettive, grandi premesse, ma ancora nulla di concreto in mano, se non una Coppa Italia. Ranocchia ha senza dubbio il potenziale per diventare uno dei primi difensori al mondo: colpo di testa, senso della posizione, anticipo, rapidità, uno contro uno. Ha tutto per primeggiare, anche serietà e professionalità. Eppure, fin qui gli è sempre mancato il salto, l'ultimo gradino.

Le convocazioni di Cesare Prandelli per il Mondiale sono l'ultimo segnale di questa tendenza: va in Brasile, ma come riserva. Nell'elenco del Ct figurano i 23 giocatori più 1, e l'1 è proprio lui. Ossia, una convocazione-non convocazione. Andrea dovrà “sperare” che qualcuno si faccia male prima di Italia-Inghilterra per entrare a far parte del gruppo azzurro in maniera ufficiale. Al momento, la maglia dell'Italia per lui è un miraggio beffardo: così vicina e così lontana. Successe più o meno lo stesso agli Europei di due anni fa, quando pagò l'annata disgraziata in maglia nerazzurra. Stavolta, la rincorsa nell'Inter lo ha portato alle soglie della Nazionale, ma non oltre.

Un'altalena che pare infinita per chi all'Inter ha ereditato il numero 23 da Marco Materazzi. Lui diventò decisivo nella vittoria del 2006 proprio in conseguenza al crac di Nesta durante il match con la Repubblica Ceca. Matrix segnò ai cechi, segnò (due volte) ai francesi e consegnò a Lippi la Coppa del Mondo. Corsi e ricorsi. Chissà.

Quantomeno, rispetto a 12 mesi fa, Ranocchia pare aver ritrovato la piena fiducia dell'ambiente interista, che si parli di società, tecnico o tifosi. Il centrale umbro non pare soffrire come in passato la concorrenza e neppure il riscatto di Rolando o l'arrivo di Vidic sembrano scalfire la sua titolarità. Difesa a tre o a quattro fa lo stesso.

Resta il nodo del rinnovo, l'ennesima situazione in bilico con cui Andrea è costretto a convivere. E' questo il destino del 24° uomo?


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