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Il campo. Cagliari. Questo vale ora. Il resto dopo il 1° settembre

di Maurizio Pizzoferrato

Alla prima di serie A giocata a San Siro, l'Inter ha battuto il Monza, tra le bestie nere della scorsa stagione, giocando una buona partita. Marko Arnautovic ha esordito da subentrato con assist alla Ibra per Lautaro, che ha messo a referto una doppietta. Lunedì la Beneamata reciterà a Cagliari contro la squadra rossoblù guidata dall'ex Claudio Ranieri che, nonostante i settantun'anni compiuti, sembra avere ancora l'entusiasmo di un ragazzino. Quella che andrà in scena alla Sardegna Arena nel cosiddetto monday-night, sarà già una prima importante verifica per la rivoluzionata Inter che Simone Inzaghi vorrebbe definitiva entro subito. Ma il mercato che fa e disfa nel giro di un amen terminerà solo il primo settembre. Con la variante araba, come la chiama il mister, che può far saltare qualsiasi banco della serie A sino al sette di settembre. Uno scempio che se non verrà stoppato al più presto, spedirà l'amato calcio al creatore. Il mercato odierno offre due opzioni. O acquistare i calciatori desiderati investendo subito molti soldi o, visto che in Italia ormai girano pochi euro, cercare di arrivare a dama con formule che rischiano di naufragare al minimo battito di ciglia.

L'Inter è una tra le società sotto processo, nonostante una vivacità in entrata e in uscita che solo il campo potrà giudicare. Non certo il tam tam dei social popolati da improvvisati censori di chi il mercato lo fa da tempo e per professione, senza il necessario supporto economico di una proprietà che non può spendere senza prima incassare. Quali obiettivi avrebbe fallito sinora l'Inter? Sicuramente quello relativo a Romelu Lukaku, che si appresta a vestire la maglia della Roma, dopo aver “tradito” l'Inter e gli interisti e la voglia di acquisto definitivo da parte del club nerazzurro. Il belga voleva la Juventus, i tifosi bianconeri no, legati a Vlahovic. E allora, rifiutata l'ipotesi araba, ecco la Roma di Mourinho, con il Chelsea che accetta di farlo partire in prestito secco per un anno senza diritto di riscatto.

Le altre trattative legate a Scamacca, Balogun e Taremi non si sono concretizzate per l'esborso economico necessario. In attacco sono arrivati Thuram e due trentaquattrenni dal piede caldo, alias Arnautovic e figliol prodigo Alexis Sanchez. L'esborso, reso possibile dalle cessioni, è pronto per il forte difensore francese Pavard, campione del mondo nel 2018, che vuole lasciare il Bayern Monaco con cui c'è accordo. Il tecnico dei bavaresi Tuchel continua a impuntarsi in attesa di un valido sostituto, lunedì ne sapremo di più. Ma la società nerazzurra continua ad avere fiducia, non resta che attendere e monitorare per eventuali alternative. Sul caso Samardzic, poco da dire o da scrivere, visto che il giovane talento serbo aveva già svolto le visite mediche per l'Inter. Ma il genitore del ragazzo ha pensato di poter disattendere un accordo fatto e finito con uno dei club più blasonati al mondo. La risposta nerazzurra (arrivederci e grazie), è solo da applausi.

Il mercato così lungo e così difficile, senza soldi da spendere, è sfiancante, a volte noioso, poche volte gioioso. Ma cattura le attenzioni di tutti, nonostante tra quarantotto ore l'inter dovrà scendere nuovamente in campo e, come scritto in precedenza, guai a pensare che Cagliari sarà una passeggiata. Il campo, unico giudice. E sempre il campo dirà cosa dovranno fare gli operatori di mercato dell'Inter fino al primo settembre. Ma forse questa è una battaglia persa in partenza. Perché dal due settembre si discuterà già della finestra invernale di gennaio. Riprendiamoci le partite e il pallone che rotola. Sul prato verde si capisce la bontà o meno di un lavoro dirigenziale. La finale di Champions a Istanbul insegna. Il resto è chiacchiera. Che non fa bene all'Inter. Con tutto il rispetto per chi deve fare il calcio mercato e per chi deve raccontarlo.


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