Il cantiere è ancora aperto...
Premessa 1: Ho sempre considerato FcInterNews come un piccolo fortino. Una casa colorata di nerazzurro, dove poter esprimere liberamente il proprio “interismo”. Dove la critica è costruttiva e non distruttiva e dove l’amore per l’Inter non deve tramutarsi in uno sciocco e controproducente “ottimismo a prescindere”, grazie al quale proporre sempre e comunque tesi buoniste.
Premessa 2: in generale la maggior parte dei colleghi giornalisti, per evitare di andare controcorrente, adotta la linea (molto meno rischiosa e sicura) del premiare “senza se e senza ma” il vincitore di turno. Decidendo così di rimanere sulla superficie, senza adottare quindi un criterio di giudizio molto più approfondito. Ormai noi tutti ci siamo abituati a leggere, per esempio, pagelle nelle quali se un calciatore segna o se l’allenatore vince i relativi voti non sono mai inferiori al 6,5.
Ciò detto, cari amici, partendo da queste preambolo, vorrei ritornare sulla gara dell’Inter di domenica sera. Bene i 3 punti, bene la mentalità, bene la coesione del gruppo ma, sotto il profilo del gioco squadra ancora da registrare e soprattutto da impostare tatticamente nel migliore dei modi.
Dopo questo importante vittoria, se pensassimo di aver trovato uno schema per il futuro saremmo di gran lunga fuori strada. Nel primo tempo abbiamo fatto un solo tiro in porta e lasciare da solo Milito non è sembrata un idea brillante. Viene da pensare che se il Principe non avesse trovato quel gol pazzesco, dopo un quarto d’ora, avremmo rischiato di vivere una serata decisamente diversa. E’ vero, la difesa ha tenuto e, complice la seratona di Juan Jesus, Ranocchia e Cambiasso, abbiamo ridotto al minimo le occasioni concesse agli avversari. Il gioco però non è mai decollato e c’è da auspicare, che lo schema sia stato adottato per le assenza, la stanchezza di alcuni titolari e le caratteristiche dell’avversario.
Trovo che il percorso tattico da percorrere sia molto diverso da quello messo in scena domenica sera. L’Inter non può prescindere dalle due punte e il centrocampo deve inevitabilmente partecipare in modo più incisivo ed efficace alla manovra.
Va scritto a chiare lettere che siamo nell’anno della rifondazione e il gruppo sta dimostrando di aver sposato la causa. Stramaccioni, comunque un po’ troppo nervosetto nel post partita, sta dimostrando di essere “sul pezzo” e le premesse lasciano sicuramente ben sperare. In questi casi, poi, la cosa più sbagliata è volere tutto e subito. Però, è altrettanto importante non sprecare tempo in esperimenti che non possono portare a nulla di significativo e concentrare lo sforzo verso moduli più… Da Inter!
Un’ultima cosa: caro Mister, se facessi l’allenatore e paragonassero la mia squadra a quelle di Trapattoni ne sarei solamente orgoglioso! Tra l’altro nel ricordare, per esempio, l’Inter dei record salta alla mente che la formazione base era composta da due punte (Diaz e Serena), un regista arretrato (Matteoli), un’ala (Bianchi), un cursore (Berti) e l’immenso Matthaeus. A conti fatti non si trattava della classica squadra difensivista, considerando che Nicolino amava più offendere che difendere, Alessandro non aveva propriamente un fisico da incontrista, Gianfranco era il classico regista basso tutto fosforo e Lothar aveva le discussioni più accese con il Trap proprio perché amava attaccare continuamente…
BoA