Il gioco del (non) silenzio
Il rapporto tra Wanda Nara e il silenzio non è tra i migliori. E - quasi - ogni giorno ne arriva conferma. Dopo i numerosi post criptici sui vari social, le scomode uscite pubbliche nei salotti televisivi e sui principali quotidiani nazionali ed internazionali, la "manager più ambita al mondo" concede una replica di dichiarazioni diventate già virali. Il tutto a pochi giorni di distanza da un trasferimento che fa rumore come quello di Mauro Icardi, ceduto dall'Inter al Psg (con la formula del prestito con diritto di riscatto) nelle ultime ore della sessione di mercato estiva.
"Tra le opzioni che abbiamo avuto, andare al Psg è stata la peggiore per me perché devo andare e tornare con i ragazzi. Ma ho pensato a lui. C'erano molte squadre importanti dall'Italia che lo volevano e sarebbe stato più comodo" ha detto la bionda argentina nel collegamento telefonico durante il programma argentino Morfi Telefe. Non certo il modo più limpido per farsi apprezzare dai nuovi tifosi del classe '93 e dal suo nuovo club, che in caso di riscatto verserebbe nelle casse nerazzurre l'importante cifra di 70 milioni di euro. Poi, a distanza di poche ore, approfondisce diversi concetti nella lunga intervista concessa al Corriere della Sera: "Non è un divorzio. Mauro e l’Inter sono come fidanzati che si prendono una pausa di riflessione". E sotto la Tour Eiffel prendono nota. Tempismo più che errato, parole più che evitabili: limiti che la bionda showgirl/agente/opinionista non sembra voler superare nonostante i danni e i risvolti negativi provocati al marito-assistito e che hanno inevitabilmente influito sul rapporto tra Maurito e la nuova Inter targata Beppe Marotta. Uno che a questi particolari ci fa caso, eccome.
Da bomber e simbolo al centro del progetto, Icardi all'Inter si è ritrovato drammaticamente solo. Senza la fiducia della società e l'amore di gran parte del tifo nerazzurro, privato della pesante fascia da capitano - indossata da grandi uomini in passato - e della preziosa numero 9 che si era messo sulle spalle dal primo giorno ad Appiano Gentile. Da lì in poi si contano 219 presenze, 124 gol e 39 assist con indosso la maglia del Biscione. Numeri che nessuno potrà mai cancellare. Nel febbraio 2019, però, arriva il declino. Con Wanda - e il suo non silenzio - immancabile complice.
"Mi sono arrivate delle chiamate, ma non dico di chi - disse nel novembre 2017 al Corriere dello Sport -. Il suo valore? Minimo 200 milioni". Pochi mesi dopo (febbraio 2018), altra dichiarazione - sempre al Corriere dello Sport - che provocò la stizza di Walter Sabatini. "In questo periodo si sono avvicinate un paio di squadre importanti che hanno mostrato di apprezzare Mauro. E io che mi occupo del suo futuro devo almeno ascoltarle, valutare le condizioni e la situazione". La risposta dell'allora coordinatore dell'area tecnica di Suning non si fece attendere ("Le aggiungerei al novero delle divagazioni che sarebbe meglio evitare").
"All'Inter se vuole può cacciare o portare persone alzando solo un dito" disse invece nel maggio del 2018 durante il programma radiofonico Perros de la Calle (Metro). Ma in realtà così non è, come racconteranno i fatti concreti poco più di un anno dopo con la cessione voluta a tutti i costi dalla società meneghina nonostante la voglia di permanenza sottolineata a più riprese dagli Icardis. A queste parole si aggiungono poi i vari "Volevano mandarlo alla Juventus, è stato Mauro a dire no e a voler rimanere all’Inter" ('Tiki Taka', dicembre 2018), "Non è la prima partita che si dice di Perisic che gioca male. L’addio? Forse ci sono anche problemi personali" ('Tiki Taka', gennaio 2019). Fino a giungere al pienone del febbraio 2019, ultimo mese del Mauro capitano nerazzurro, sempre a 'Tiki Taka'. Attacchi allo spogliatoio ("Vorrei che Mauro fosse più tutelato dalla squadra, perché a volte escono delle cattiverie da dentro"), consigli all'allenatore ("Lautaro? Ha fatto gol anche per un grande movimento di Mauro - in riferimento alla rete con cui l'Inter ha centrato la prima vittoria nel 2019 in trasferta a Parma -. Icardi è stato servito poco in questo periodo. Magari Spalletti poteva mettere prima Martinez, dovrebbe approfittare del fatto che sono amici, fra loro non c’è rivalità"), suggerimenti sul mercato alle strategie societarie e critiche velate ai compagni dell'allora capitano ("Se mi date da scegliere tra il rinnovo e l’arrivo di uno che gli mette cinque palloni buoni, forse preferisco che Mauro abbia un aiuto in più").
La storia tra Mauro Icardi e l'Inter era partita nella miglior maniera, con un gol a San Siro contro i rivali di sempre della Juventus; si è sviluppata bene, con l'ingresso nella top ten dei marcatori della storia nerazzurra; si è conclusa (almeno al momento) nel peggior modo possibile, anche a causa di chi lo rappresenta. E questo è un grande peccato. Il gioco del non silenzio, spesso e volentieri, può essere controproducente. Forse, arrivati a questo punto, sarebbe ora di capirlo.
"Ed improvvisamente
Ti accorgi che il silenzio
Ha il volto delle cose che hai perduto".
('La voce del silenzio', Mina)
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