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Il metaverso per raccontare quello che si vuole sentire

di Simone Togna

Sarebbe stato bello parlare di calcio giocato dopo Inter-Napoli, ma non è stato possibile. Da una parte la squadra campione d’Italia ha provato a vincere giocando una partita gagliarda, dall’altra gli ospiti, dopo una campagna acquisti che farebbe invidia – per quanto speso – anche a compagini della Premier League, ha messo il bus, sperando in un pareggio e andando addirittura vicinissima a vincere il match all’ultimo secondo.

Poi ecco le dichiarazioni di Antonio Conte, un grandissimo allenatore che dove va vince quasi sempre, che si è lamentato per un rigore (che tra l’altro non ha inciso sul risultato finale) che dalle immagini non si poteva non dare. Attenzione: fosse per me non sanzionerei mai un contatto come quello di Dumfries e Anguissa, ma ci sono delle regole precise. E pure un passato che non si può dimenticare, che ha fatto scuola. Quell’intervento insomma rappresenta al meglio un tocco esistente tra difendente e attaccante sul quale l’arbitro deve intervenire se riconosce un’intensità tale da indicare il dischetto (secondo Ambrosini, che interista non è, l’entità sul campo era maggiore rispetto ai video, ergo rigore corretto).

In ogni caso è l’esempio migliore di episodio sul quale evidentemente il Var, assegnato un penalty, non può intervenire. E questo se lavori nel mondo del calcio lo sai. Chiunque tu sia e qualunque ruolo tu svolga. Quindi il discorso di Conte ha anche senso, perché il Var deve intervenire sempre se ci sono dei chiari ed evidenti errori. Come ad esempio il tocco da Mila Azuki di Haps in Inter-Venezia (tutti si ricordano i due possibili rigori per le mani dei difensori del Napoli, ma già nella partita prima era successo un qualcosa di incredibile). Sarebbe stato pure giusto assegnare il gol al Monza contro il Milan (che poi ha vinto la partita) o il rigore contro la Juve per il fallo di Di Gregorio su Payero, ma nulla.

Si parla ancora di Marotta League o di Inter favorita. Si fa passare un messaggio non reale per arrivare alla post verità. Questo perché sostanzialmente fa comodo ai detrattori dei nerazzurri puntare su certi discorsi. Solo i campioni d’Italia hanno subito un penalty per un rinvio del proprio portiere Sommer col pugno (l’anno scorso contro la Fiorentina), mentre oggi, nonostante errori clamorosi su altri campi (vedi Empoli-Napoli, ma lì non conveniva fare il cinema) si distoglie l’attenzione o quantomeno si sposta la realtà quasi fossimo nel metaverso.

Almeno in tanti saranno contenti. E leggeranno o sentiranno quello che volevano, che è diverso dalla verità, che si sa, a volte fa male.


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