Il noioso popolo degli antisportivi
Questa nota è polemica. Se può servire a qualcosa è quella di far discutere.
Ci sono milioni di modi per fare male, ferire, insultare, dileggiare qualcuno.
Ce ne sono di perversi e persino feroci per danneggiare un avversario.
Si pensava che il calcio fosse un'isoletta dove qualche milioncino di appassionati si desse battaglia poco prima, durante e immediatamente dopo un match.
Una volta era così. Complice l'assenza di megafoni che ora si trovano in ogni angolo.
Ora siamo in mano a una maggioranza di urlatori, volgari tifosi, frequentatori di forum estremi, dietrologi, attaccabrighe, rissaioli, indegni di parlare di un qualunque sport.
Non esiste più l'oggettività.
Tutto finisce nel mare delle polemiche sterili, con tizi che ti fanno la morale e la lezioncina sui torti subiti dalla sua di squadra e ti ricorda questo e quello.
Succede su internet, si ascolta in radio, si assiste in televisione.
Prendi una partita: Inter-Napoli. Bella, vibrante, ben giocata da entrambe le squadre.
Forse troppo. E così il signor Rocchi, recidivo di tante partite interpretate con assoluto maldestro rancore, decide di sbagliare tutto.
In un modo tanto estremo da sembrare inverosimile.
Sbaglia a fischiare un fallo ad Obi dopo un intervento su Lavezzi, sbaglia ad ammonirlo, sbaglia a non fischiare un fallo di Zanetti su Lavezzi, sbaglia decine di altri piccoli interventi, sbaglia clamorosamente a fischiare un fallo fuori area decretando un calcio di rigore per il Napoli, sbaglia a espellere Obi: incolpevole, sbaglia a non far ripetere il calcio di rigore nonostante 4 giocatori in area.
Era una partita importante. Per l'Inter lo era parecchio. Ed è stata danneggiata in un modo tanto inconfutabile da rendere superfluo persino il commento. Poi il Napoli ha fatto la sua parte. Correttamente.
Un po' di sano sfogo verso questo signore dall'aribitraggio ambiguo e il riconoscimento di un Napoli gagliardo, beneficiato da Rocchi e i suoi regali per il Mazzarri's birthday. Succede.
Invece no.
Sui siti e sui giornali si sceglie un atteggiamento ponziopilatesco. Si parla sommessamente di una direzione arbitrale insufficiente, ma si privilegia l'aspetto "sportivo".
Perché se l'Inter ha perso non è certo perché è rimasta in 10 per un'espulsione scorretta e gli hanno dato un rigore inesistente. No. E' colpa della campagna acquisti o di Ranieri o altro.
In Inghilterra un arbitro indecente come Atkinson ha espulso in modo insensato un giocatore del'Everton nel derby col Liverpool.
I Reds hanno poi vinto 2-0 grazie alla superiorità numerica.
Gli inglesi, all'unisono, hanno attaccato la direzione abitrale segnalando come un arbitro avesse rovinato il match, non certo esaltato la vittoria del Liverpool e attaccato la mancata campagna acquisti dell'Everton. Da noi è il contrario (!).
Mazzarri si lamenta da sempre degli arbitri. Sempre. E ora che ha un favore così clamoroso dice che è giusto così, che col Milan lo scorso anno hanno subito un danno, che con la Fiorentina c'era un rigore... che quindi tutto si compensa.
Quindi tutte le lamentele di sempre?
Ed è lì che cresce quella forma tribale di rabbia che diventa antropologia del tifoso.
Come dire: godi delle mie sconfitte? Ti esalti se mi danno un rigore inesistente? E io ti aspetto al varco alla prossima partita in cui daneggiano te. E se perdi godo anche io. E si ricomincia di nuovo e di nuovo ancora...
Su quella tribuna che è facebook si arriva a picchi di disonestà ineguagliabili, scorribande di banditi dalla provocazioni a portata di tastiera, cori di scherno e sfottò senza ragionamento.
E poi tribuni che arringano gli interisti che osano lamentarsi, agitando fiumi di retorica e tirando fuori il loro personale libro nero su Calciopoli, il torto subito il tal giorno nella tale partita, parole soggettive e rancorose, insulti e offese contro l'Inter, gli interisti, Moratti, Guido Rossi.
E se dici "beh" come reazione ti becchi anche un bel "piangina" che a sconosciuti attaccabrighe da tastiera piace tanto affibbiare.
E se molti interisti si sentono estranei da questa cultura monotematica da sfottò medioevale, in cui nessuno è capace di parlare di sport, è bene che si facciano un esamino di coscienza.
Ma sono abbastanza certo che a molti di voi piaccia parlare solo così. Il calcio per voi è noioso, è meglio prendere per i fondelli il collega che tifa un'altra squadra piuttosto che argomentare in modo tecnico un'azione. Prevalere col numero di scudetti o di coppe, o un derby vinto tanto a poco.
Solo e unicamente questo. Gli avversari sono solo spazzatura, non sono niente di niente e vanno mortificati in ogni modo.
Così anche se subiscono un danno: meglio. Si gode di più.
Una mentalità da barbari misto adolescenti.
Capirei se questo rappresentasse il 20% del linguaggio tra tifosi. Ma ormai è il 100%.
Una volta questa pseudo cultura era appannaggio degli ultras. Ora molti ultras sono più maturi di tifosi da primo anello, tribuna centrale.
Recentemente come radio abbiamo rivolto una domanda agli ascoltatori. Amate più il calcio o la vostra squadra? Risposta emblematica a maggioranza schiacciante: la vostra squadra.
Quello di cui credete di parlare non è calcio. E' qualcosa che fa rima con frustrazione e risentimento.
Lo stesso tipo di atteggiamento che hanno quegli odiosi genitori che si accapigliano e insultano allenatore e arbitro durante le partite dei figli.
Non c'è differenza.
Quando qualcuno di voi capirà che il calcio è divertente anche se non si accusa il prossimo di vittimismo, ruberie, di essere un perdente, un ladro, un cialtrone, un piangina, un disonesto intellettuale, un giornalaio invce che un giornalista ecc... può darsi che scopra quanto è bello questo sport.
Anche uno solo di voi.
Lapo De Carlo