Il primo ballo
Il primo ballo dell'Inter di Conte è un misto tra un lento malinconico e uno scatenato rock and roll. A San Siro non c'è spazio per la noia e il 4-3 in rimonta con cui i nerazzurri portano a casa i primi tre punti stagionali dice tanto ma in fondo anche troppo poco. Dice, innanzitutto, che quando vinci va bene così, soprattutto se lo fai a poco più di un mese di distanza dalla fine della stagione precedente. Per tanti motivi, infatti, anche quella appena iniziata è un'annata anomala e i fattori di cui tenere necessariamente conto sono diversi. Su questo stesso campo, per esempio, pochi mesi fa i nerazzurri lasciavano per strada punti pesanti come il piombo nella lotta-scudetto contro Sassuolo e Bologna perché incapaci di gestire tempi e ritmi di questo nuovo calcio.
Stavolta, contro una buonissima Fiorentina, l'Inter non ha commesso l'errore di perdere il timone e il controllo della giostra. Perché questo, in fondo, resta un gioco folle dove tutto può succedere anche nel giro di pochissimi minuti. E la qualità pescata in panchina ha fatto la differenza per Conte, quando già Iachini pregustava un'impresa che sarebbe stata tutt'altro che immeritata.
L'aspetto meno convincente del 3-4-1-2 scelto dal tecnico interista per iniziare la stagione 2020-2021 è stata la difesa a 3 composta da D'Ambrosio, Bastoni e Kolarov che alla Viola ha concesso praticamente di tutto: tre gol, ripartenze, incursioni, conclusioni. Poco ispirato anche Eriksen, abbastanza impreciso Brozovic e troppo rischiosa la mossa Perisic, in un ruolo, sostanzialmente, che la scorsa estate aveva convinto Conte a volersene liberare. Inter in possesso del pallone e del gioco per buona parte della gara, ma incapace di trovare la giusta imbucata o la giocata in verticale capace di fare la differenza. Un'Inter sempre e ancora aggrappata all'ispirazione di Lukaku e Lautaro loro sì, sempre all'altezza, sempre presenti, sempre pronti.
Un'Inter tremendamente in difficoltà sulle ripartenze della Fiorentina e soprattutto più volte in balìa delle sgroppate di Ribery che ha fatto impazzire D'Ambrosio e servito un paio di assist (per Castrovilli e Chiesa) che sembravano rappresentare una sentenza sulla prima stagionale dell'Inter. Ma il calcio nell'era del Covid è un gioco ormai imprevedibile, e non sempre spiegabile una sorta di giostra impazzita da cui scendere troppo presto è sempre fatale. Da questo punto di vista i cambi di Iachini (che ha levato proprio Ribery e Chiesa)hanno rappresentato un azzardo che comunque è stato niente in confronto a quello di Conte, che dalla panchina ha pescato Hakimi, Sensi, Vidal, Nainggolan e Sanchez. Tanta roba, per usare un commento estremamente tecnico.
L'ex Sassuolo sulla trequarti ha dato quel brio, quella vivacità e imprevedibilità che erano mancati per tutta la gara; l'ex Dortmund ha trovato il suo primo assist (per il 3-3 di Lukaku) e mostrato, seppur in pochi minuti, di appartenere alla categoria dei giocatori di talento puro. E Sanchez (che aveva già avviato l'azione del pareggio) con l'assist finale per il 4-3 di D'Ambrosio ha confermato lo stato di forma post lockdown che è quella di un giocatore imprescindibile perché dotato di quella giocata e di quella visione capaci di fare la differenza.
Il fatto poi che il gol dell'incredibile rimonta lo abbia segnato D'Ambrosio significa ancora di più. Significa che colui che più di tutti aveva sofferto praticamente per tutta la gara, sul finale ha trovato un riscatto inaspettato ma indiscutibile e che rappresenta meglio di tante analisi la serata dell'Inter: tutto tranne che perfetta, ma viva, bella, pazza come le piace essere, di cuore e di fantasia, di sofferenza e di fortuna. Un'Inter su cui Conte deve lavorare tanto e che deve trovare la sua quadratura partendo da una solidità difensiva che non può essere trascurata ma che, in generale e soprattutto in mezzo al campo, può contare su una scelta e su una qualità indubbiamente maggiori rispetto allo scorso anno. In fondo questo era solo il primo ballo dell'anno: partito lento, lentissimo, ma terminato con lo scatenato ritmo di un rock and roll che di certo garantisce una cosa: le serate tranquille cercatele altrove.
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