Il segnale è ben chiaro
Idee chiare, motivazione alta, obiettivi definiti. Possiamo riassumere così i temi emersi dalla conferenza stampa tenuta mercoledì sera da Giuseppe Marotta e Simone Inzaghi per presentare la stagione 2023/24 dell'Inter. In pratica si riprende da dove si era finito, con la stessa voglia e la stessa carica, come se questo mese di vacanza non avesse mai interrotto un feeling che si è creato tra l'allenatore, la dirigenza, la squadra e la piazza, che vuol continuare sul percorso tracciato negli ultimi due anni, e migliorarsi ancora.
Obiettivi definiti si diceva, e Inzaghi non si è nascosto: la seconda stella è un obiettivo reale per il quale si sta lavorando insieme alla dirigenza per rinforzare una squadra che è arrivata in finale di Champions League, "giocandosela alla pari" ha sottolineato ancora una volta Inzaghi, che sembra appena uscito dall'Olympic Stadium di Istanbul per il livello di carica che ha trasmesso ai presenti. Così come c'è la consapevolezza di essere "al pari delle altre big d'Europa" e di poter lottare per arrivarci nuovamente a quella finale, magari con un esito diverso. E ovviamente tanto mercato: anche qui Inzaghi e Marotta sono stati chiari, si è specificato cosa serve ancora a questa squadra ("Ci manca un trequartista, Calhanoglu farà il play con Asllani, manca un braccetto di destra, poi dovremo essere bravi a completare e migliorarci in difesa dove ci manca un uomo così come manca a centrocampo e cerchiamo un altro attaccante" ha ammesso candidamente il tecnico, rivelando anche che si cerca un portiere bravo tecnicamente e con i piedi), si sono giustamente ringraziati coloro che sono andati via dando tanto per questa maglia, ma anche stimolando i nuovi arrivati sapendo che dovranno fare come se non meglio quelli che hanno raggiunto importanti traguardi in nerazzurro negli ultimi anni.
E naturalmente si sono espresse le difficoltà che comunque attanagliano il calcio italiano, "difficoltà strutturali, e lo stiamo vedendo con l'iter per il nuovo stadio, difficoltà di negoziazione per i diritti tv, e i nuovi capitali provenienti dall'Arabia" ha ammesso in apertura Marotta, spiegando però come "questi capitali dall'Arabia sono da un lato una minaccia perché indeboliscono il calcio italiano, ma dall'altra un'opportunità perché permettono anche di far cassa per altre operazioni". E a proposito di cassa per altre operazioni, si è chiesto specificatamente a Inzaghi se il sacrificio di Onana sarà necessario per arrivare a Lukaku, il tecnico ha glissato ma ha anche fatto intendere tra le righe: "Onana è un nostro tesserato e sarà convocato, ma il mercato è imprevedibile. Tutte le squadre hanno bisogno di vendere per comprare, ma sono sicuro che avremo un'Inter competitiva, me lo hanno assicurato", come dire, accettiamo questo sacrificio ma ci permette di far cassa per riportare a casa Lukaku che "abbiamo visto cosa ci ha dato nella seconda parte di stagione e che abbiamo fatto tanto per riportare qui la scorsa stagione" ha spiegato Inzaghi.
Insomma una conferenza chiara, diretta, con pochi giri di parole, che ha lasciato un segnale chiaro: l'Inter c'è e rilancia, il mercato sarà come sempre oculato e intelligente, magari sacrificare per poter reinvestire, e con bravura e sagacia si sapranno prendere quegli elementi in grado di innalzare ulteriormente il tasso tecnico rispetto all'ultima stagione (oltre i vari Thuram, Frattesi, Bisseck già arrivati) e puntare allo scudetto e, perché no, a una nuova finale di Champions. Il messaggio empatico che traspariva era di grande fiducia e consapevolezza, la stessa che hanno anche i tifosi, ancora carichi dalla passata stagione al punto da polverizzare già tutti gli abbonamenti disponibili, e pronti a cominciare un'altra grande, si spera indimenticabile, stagione in nerazzurro. Manca poco, e si riparte.