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Il senso di una critica

di Lapo De Carlo

Le notizie che raccontano di una cessione di Guarin stanno dividendo i tifosi. A gennaio è possibile che venga ceduto. Tralasciando la cronaca che forse porterà conferme o smentite dell'operazione io, nonostante le critiche che muovo settimanalmente al colombiano, non riuscirei a essere contento per una sua partenza. Al contrario la riterrei una delusione. Con responsabilità più del centrocampista che della società. 
Guarin è stabilmente titolare e dà sempre la sensazione di poter spaccare la partita da solo. Poi nel concreto produce un movimento dispendioso e spesso inutile nell'economia della squadra.
E' un raro caso di giocatore che quando si mette in moto sembra accendere una miccia e finisce spesso con un afflato. E fa tanta rabbia vedere un simile potenziale che rimane ai blocchi di partenza perché non in grado di innescarsi. Eppure Guarin io non lo cederei mai. E' un giocatore che, se hai mezzi economici, devi poter tenere in rosa, nella speranza che l'allenatore di turno sappia trasmettergli un microchip dotato di intelligenza tattica, sottopelle. Non è e non sarà mai un leader. Credo dipenda da un'immaturità di fondo che lo porta a essere anarchico in campo. Avrebbe mezzi da trascinatore, da grande interprete del suo ruolo ma saper stare in campo ha molto a che fare con l'equilibrio e la consapevolezza che hai fuori dal campo. Guarin ha 27 anni e ho già scritto più di una volta che se arrivi a questa età e non sei definitivamente decollato è giusto che la società che ti ha tesserato si faccia delle domande e valuti.

Mi ha invece stupito la reazione dell’ottimo collega Marco Barzaghi, il quale ha scritto un editoriale dedicato a quello che ho pubblicato la settimana scorsa, andando contro le mie tesi, prendendo spunto da alcune mie frasi. L’assunto del suo pezzo, che ho letto con interesse, è basato su un elemento totalmente travisato. E, visto che ha iniziato e chiuso l’articolo facendomi dire una cosa che non ho mai detto, ovvero che per me Mazzarri è un magnifico perdente, puntualizzo.

Per fortuna scripta manent, io ho invece scritto che “La mia paura è che Mazzarri sia un moderno Cuper, un magnifico perdente, capace di tenere in pugno la squadra e di arrivare a lambire i vertici, sfiorandoli senza mai afferrarli”. Il magnifico perdente è dunque Cuper. Al contrario nell’analisi ho poi continuato sostenendo che speravo invece fosse più simile ad Ancelotti, come tipo di carriera. In pratica, come recitava il titolo, si trattava di due scenari possibili in cui potrebbe ritrovarsi il tecnico toscano. Nessun peccato di lesa maestà e nessuna certezza su quanto valga davvero Walter.
Non so se criticare un allenatore di una squadra che amo possa meritare il biasimo di un collega che attacca tutte le valutazioni che ho fatto, introducendomi in un club di infedeli che puntano il dito “trasversalmente” e stoltamente su Walter Mazzarri.

Confermo che per me resta un ottimo allenatore e ancora non so quanto valga, in senso assoluto. Sono tanti i tecnici che hanno fatto gavetta e hanno ottenuto promozioni, salvato squadre dalla serie inferiore e ottenuto risultati importanti. Lui più di altri. Ma il mestiere di allenatore cambia quando ti trovi in un grande club. E’ un ruolo più vicino al manager, più impegnativo e con pressioni diverse. Logico avere dei dubbi su chiunque. Persino sulle colonne di FcInterNews, che è letto da interisti che parlano, pensano e discutono.

Il resto sono opinioni. Io penso che i giovani vadano più aiutati, specie se denotano un certo talento come Kovacic. E penso che se viene loro cambiato il ruolo, dopo aver dimostrato cosa sanno fare, li metti in ulteriore difficoltà. 
Su Belfodil il minutaggio per me è del tutto insufficiente per esprimere qualunque opinione tranciante.
Resta il fatto che se scrivo un articolo dedicato all’Inter lo faccio anche allo scopo di creare anche un elemento di dibattito, non faccio un'agiografia di un allenatore o giocatore. Possibile che Barzaghi abbia letto nelle mie parole un attacco alla stampa che secondo il mio criticabile giudizio ha incensato Mazzarri i primi mesi di Inter.
L’ho scritto per sottolineare quanto si parlasse solo e unicamente di lui e quanto poco di Inter. Se l’Inter avesse fatto una grande stagione per la stampa sarebbe stato merito di Mazzarri, diversamente una stagione deludente, colpa dell’Inter. 
Io sostengo che quello che è successo gli ultimi 3 anni meriterebbe un'analisi meno emotiva. E grazie a questo si otterrebbero verità più complesse.

Se è una mia idea spero di poterla conservare. In generale vorrei invece una narrazione giornalistica meno entusiasta e successivamente meno catastrofica. Le valutazioni servono per essere dibattute non per essere bollate come ostili o in malafede.


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