Il vantaggio su Conte e gli schiaffi: l'Inter di Inzaghi 'condannata' a rimontare
di Mattia Zangari
Difficile, allora, pensare che Sassuolo-Inter sia il turning point della stagione come lo fu 10 mesi fa. C'è chi dirà, snocciolando le statistiche, che non serve alcun tipo di svolta perché la proiezione calcolata sui punti realizzati è rassicurante in chiave tricolore. Vero solo in parte: se la media è assolutamente da primo posto, va sottolineato con chi e come sono stati realizzati questi risultati positivi. Avendo in mano solo un campione di sette partite, insufficiente per tracciare un bilancio attendibile, l'unica cosa da fare è provare a pesare quel '17' che compare in graduatoria. In questo arco di tempo, l'Inter ha giocato solo uno scontro diretto, pareggiato 2-2 in casa contro l'Atalanta, che poteva vincere o perdere. Ha stravinto a San Siro con Genoa e Bologna, mentre in trasferta ha collezionato 3 vittorie in rimonta e una 'x' in campi comunque insidiosi (soprattutto Firenze). Inzaghi lamenta 2 punti in meno in questo percorso, ma omette di dire che – non essendo il calcio uno sport come il pugilato dove conta il cartellino degli arbitri se non si consuma il ko sul ring – la sua squadra ha rischiato di compromettere anche partite in cui ha fatto di più dell'avversario di turno nei 90'. Vedi la scivolata di Bastoni a negare un gol sicuro a Djuricic sull'1-0 di Sassuolo-Inter, il tentennamento di Barak a Verona sull'1-0, oltre al salvataggio di D'Ambrosio in Samp-Inter col risultato fermo sul 2-2. Ne esce una doppia Inter, una in vantaggio per 285 minuti e una in svantaggio per 130, su cui c’è da fare un altro distinguo prima e dopo il 55', quando Inzaghi aziona la girandola di cambi che stravolge tutto. E' l'unica costante che si trova in questa equazione irrisolvibile che genera una riflessione: è inadeguato l'11 schierato di volta in volta dal 1' o è il tecnico è bravo a leggere le modifiche da fare a gara in corso potendo disporre di una rosa le avversarie medio-piccole si sognano? "Vorrei andare sopra anche io qualche volta. E' capitato quattro volte in sette partite di andare in svantaggio, dovremmo lavorare su questo fattore perché dobbiamo essere noi a dare lo schiaffo per prima", ha dichiarato l'ex Lazio nella zona interviste del Mapei Stadium dopo l'ennesima rimonta.
Un auspicio che, se tradotto in campo da Dzeko e compagni, potrà dare una mano a chi sta tentando di capire il vero valore di questa Inter. Per vincere serve certamente reagire agli eventi sfortunati, ma anche saper gestire quelli positivi come andare avanti nel punteggio: questa Inter ne è capace? Domanda che attende una risposta. Ecco perché, per comprendere la natura di questa Inter, si volge lo sguardo all'indietro, trovando un curioso paradosso: Inzaghi è in netto vantaggio rispetto a quella dello scudetto di Conte dopo 7 giornate, ma anche qui è condannata a rimontare. Non solo le avversarie, Milan e Napoli, le stesse dell'anno scorso a questo punto della stagione, ma soprattutto se stessa di un anno fa.
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