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Il vero capolavoro di Inzaghi che nessuno riconosce

di Alessandro Cavasinni

"L'Inter ha due squadre e quindi è obbligata a vincere lo scudetto" è una delle frasi più sentite nel 2023. E non solo nel calcio, ma proprio a livello mondiale. Sarebbe interessante sapere quante volte sia stata ripetuta da agosto a oggi: una litania. Qualcuno ci crede pure a questa equazione. Fa molto ridere. Di certo Inzaghi ha a disposizione una rosa di buonissimo livello, con due giocatori per ruolo. Nessuno lo nega. Ma parlare di squadra ingiocabile per l'Italia e di obbligo tricolore è un qualcosa talmente fuori dalla realtà che può essere contemplata solo se si è in malafede o incompetenti.  

Quello nerazzurro è un organico che può godere di esperienza, qualità e alternative di valore. Ma ci sono anche punti interrogativi e basta osservare questi primi mesi di stagione per evidenziarne i difetti: da Bisseck acerbo a Cuadrado praticamente sempre rotto fino all'attacco. Ecco, l'attacco. Questo è il reparto meno completo rispetto agli altri. Due giocatori per ruolo, sicuramente. Ma bastano? Ragionevolmente no. Se giochi con due punte, di punte in organico te ne servono minimo cinque. Se poi le punte giocano come vuole Inzaghi, la tesi vale ancora di più: Thuram e Lautaro spendono tantissimo e per mantenere uno standard alto per tutta la stagione hanno bisogno di rifiatare. 

Lo scorso anno, non a caso, quando il tecnico piacentino ha avuto tutti a disposizione, negli ultimi mesi ha ruotato con cadenza scientifica i vari Lautaro, Lukaku, Dzeko e Correa. Sanchez e Arnautovic restano due incognite: per salute, età e continuità. Sulla carta certamente due opzioni di qualità, ma poi la realtà racconta altro: il cileno è arrivato a Milano senza preparazione e solo ora sta trovando la condizione giusta, mentre l'austriaco si è fermato un mese e mezzo e ci vorrà del tempo per essere al 100%.

Insomma, ancora una volta Inzaghi si trova a dover gestire mesi e mesi con, di fatto, due soli attaccanti davvero abili e arruolabili. Per il resto, tutto molto dubbio, come pure la possibilità di adattare Mkhitaryan, Klaassen o addirittura Sensi nel ruolo di seconda punta. Ed è questo il vero capolavoro di Inzaghi che nessuno riconosce.


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