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Il vero protagonista

di Fabio Costantino

Per fortuna è finita. Sposo il pensiero di Mazzarri, che contava i giorni prima del gong di un'ora fa, ma lo faccio da un altro punto di vista. Finalmente è stop alle voci, alle ipotesi infondate, alle fughe di notizie e alle illusioni anche ingenerose nei confronti dei tifosi. Adesso ci si può concentrare su argomenti più frivoli, come per esempio Juventus-Inter di domani sera. Si scherza, anche perché finora di sorrisi ce ne sono stati pochi. Prima sul campo, poi in sede di campagna acquisti. Premessa: l'immobilismo paventato causa assenza di fondi non c'è stato. La società ha agito su più fronti, cercando di riscattare la figura di m**** post-scambio con la Juventus portando a compimento alcune operazioni in linea con le richieste di Mazzarri.

Alla fine l'allenatore è stato accontentato con Hernanes, una sua esplicita richiesta così come lo era stata Vucinic. Segno che finalmente la dirigenza ha voluto assecondare almeno una delle richieste del tecnico, e non è stato facile come facile sarebbe stato lo scambio con la Juve, per quanto totalmente fuori luogo. In casa Inter non è materia di tutti i giorni e il fatto che tempo fa Mazzarri abbia sottolineato come con lui in panchina non ci fosse stato mercato, testimonia che ci sia stata volontà di soddisfare le sue aspettative, anche se non completamente (si ma, l'attaccante?). Il Profeta non è un fenomeno, ma è in grado di spostare gli equilibri. E, da non sottovalutare, sa anche battere le punizioni. Capitolo a parte merita proprio il colombiano. Al di là dell'italiano a dir poco stentato, il suo messaggio su Twitter fa piuttosto rumore. Ha accusato la società di averlo venduto senza che lo avesse chiesto (vero), ma al contempo non ha sottolineato come la Juventus sia stata l'unica opzione presa in considerazione. Di fronte a ciò, le belle parole ai tifosi perdono decisamente forza e credibilità e un ipotetico rinnovo del contratto non sarebbe visto con piacere da tutta la piazza.

Sempre in tema Juventus, mi spiace pensare che abbia portato a casa Pablo Daniel Osvaldo per pochi spiccioli, con promessa di riscatto tra qualche mese. Proprio la formula perfetta in questo momento per l'Inter con poca liquidità. Non lo scopro io che l'italo-argentino è da mesi sotto la lente di osservazione nerazzurra e i tempi per portarlo a casa alle confizioni finanziarie ideali sono maturati nelle ultime ore. Peccato però che nel frattempo, pur con 5 attaccanti in rosa, sia stata la Juventus a convincerlo, nonostante gli debba riservare un posto in panchina. Da noi avrebbe giocato sempre, da titolare, considerata la scarsa concorrenza. Il tempismo è perfetto in certi casi, il giocatore incallito che abbandona la slot machine all'ultimo momento rischia di veder vincere chi ne prende il posto. Con Osvaldo è andata così, peccato.

Consoliamoci però: alla fine un attaccante è arrivato. Si chiama Andy Polo, ha 20 anni, è peruviano ed è considerato uno dei migliori classe '94 del mondo. Bel colpo, anche perché la concorrenza era interessante e agguerrita. La speranza è che non sia un Alborno-bis, ma qualcosa di più concreto. Inizieremo a valutarlo in Italia con la Primavera, da fuori quota, sperando che il seme attecchisca nel modo giusto e magari possa essere utile presto alla prima squadra. Sottolineo però che pur lavorando su giocatori non più di primo pelo, la società non abbia perso di mira anche il futuro ed Andy Polo ne è la conferma. Mi sorge comunque il dubbio che Mazzarri si aspettasse altro. Qualcuno di già pronto, per esempio. Si consoli: almeno Icardi non gliel'hanno portato via e alla vigilia del match contro la Juventus avere a disposizione lo spauracchio dei bianconeri è cosa buona e giusta.

il mercato appena conclusosi però conferma l'atavico limite dell'Inter e della sua dirigenza: concretizzare buone cessioni. In questa sessione, si diceva, prima di comprare bisogna vendere. Sono partiti solo Belfodil e Pereira, portando in dote pochi spiccioli. Ranocchia farà le valigie e si accaserà a Istanbul in prestito dopo aver sperato nel trasferimento a Dortmund. Guarin invece sembra che addirittura, richiamato dall'uscio della porta, possa prolungare il suo contratto con i nerazzurri. Epilogo inatteso, che costringerà Mazzarri a reintegrarlo e a recuperarlo psicologicamente, visto che tatticamente finora è stato un buco nell'acqua. Nessuna cessione ricca, dunque, neanche per i due calciatori più in vista e ricercati. Certi talloni d'Achille è faticoso superarli e a bilancio si pagano.

Nel frattempo, a prescindere dal giudizio sul mercato invernale nerazzurro (che francamente non può dirsi del tutto soddisfacente, nonostante Hernanes), c'è un assoluto protagonista: Erick Thohir. Ha iniziato bloccando lo scambio con la Juventus dall'Indonesia (checché qualcuno sostenga che un sms abbia valore vincolante...), gesto assai apprezzato dai tifosi interisti. Ha proseguito difendendo il suo club dagli attacchi provenienti da Torino. Una volta in Italia, ha iniziato subito a lavorare duramente per ottimizzare i tempi e, dulcis in fundo, si è mosso in prima persona per portare Hernanes all'Inter, incontrando Lotito (e tutti sanno quanto sia difficile trattarvi) e investendo una cifra consistente, oltre quella preventivata. Infine, nel giorno clou della trattativa ha letteralmente fatto perdere le sue tracce, scatenando una serie di voci e falsi scoop su presunti incontri a Villa San Sebastiano mai realmente avvenuti. A un certo punto, noi compresi, nessuno sapeva dove fosse, mentre a Tivoli poneva i paletti decisivi nell'operazione Hernanes. Messi in scacco tutti i guru del giornalismo sportivo italiano, strategia del depistaggio perfetta. Chapeau.

P.S. - Mr. Indonesia ha dimostrato di non essere così spilorcio come tanti, troppi tifosi interisti lo hanno etichettato troppo frettolosamente. Era da anni che i nerazzurri, sul mercato, non investivano una cifra cosí significativa (circa 18 milioni di euro) e forse è ancora più datato nel tempo l'ultimo acquisto di un big. Perché Hernanes lo è. Però prepariamoci a sentire e leggere che i veri colpi di mercato li hanno fatti gli altri.


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