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Il vero sconfitto è Mario Balotelli

di Fabio Costantino

Serata positiva, non c’è che dire. Non male per essere un anonimo mercoledì sera. L’Inter riscava un solco di 4 punti dal Milan, e tiene a distanza la Roma in attesa dello scontro diretto di sabato pomeriggio, quando ne sapremo di più sull’andamento di questo sorprendente campionato. Sono particolarmente soddisfatto, non solo perché i nerazzurri sono tornati a vincere in campionato e lo hanno fatto con tre squilli di tromba, ma soprattutto per la prestazione di alcuni degli interpreti selezionati da Mourinho per l’occasione. In primis, Ricardo Quaresma, che in campo per 90 minuti ha dimostrato anche ai più diffidenti di non essere solo una scommessa persa dalla società, ma di meritare, di tanto in tanto, qualche attenzione in più. Basta che si metta in testa che può essere utile alla squadra anche senza trivele e dribbling in serie, e il gioco è fatto.

Con lui merita applausi Thiago Motta, che è tornato quello ammirato con la maglia del Genoa solo pochi mesi fa. Forse ha ragione quando dice di aver bisogno di carburare prima di rendere come vorrebbe, ma di certo i ritmi blandi imposti dal Livorno lo hanno aiutato. Menzione di merito per Cristian Chivu, tornato su un campo di gioco in una partita ufficiale dopo quasi tre mesi dal tremendo infortunio alla testa contro il Chievo. Il romeno ha fatto il suo compitino, senza strafare, ma il 7 in pagella lo merita solo per essere tornato un giocatore vero. E occasione migliore, per il suo rientro, non poteva esserci. L’ultima serie di applausi spetta di diritto a Eto’o: a Londra lo abbiamo ritrovato bomber, contro i labronici ha addirittura esagerato. Doppietta, con tanto di rete in rovesciata, da album delle figurine. Una serata che lui stesso non dimenticherà, di queste prodezze non ne escono così spesso. Bravo leone d’Africa, ci sei mancato davvero tanto ultimamente…

Un grazie particolare va al salomonico Bojinov, che dopo aver battuto Julio Cesar ha pareggiato i conti con Abbiati. Ma il suo gol contro il Milan vale oro soprattutto per i colori nerazzurri, perché rende ancora più gaudioso questo turno infrasettimanale. Peccato per la vittoria della Roma, ma ci può stare in un torneo che non vuole arrendersi all’evidenza di una squadra superiore alle altre. Però, che brividi trovarsi a San Siro e festeggiare, mentre davanti non aspettano altro che il fischio finale, un gol che arriva da meno di 200 km di distanza e rende più vivide le sensazioni positive raccolte fino a quel momento. In una serata di vincenti, vestiti di nerazzurro, il grande sconfitto però era assente (avvistato, in disparte, in tribuna): Mario Balotelli. La Curva Nord ha reso pubblica la propria posizione, pur non citando mai il suo nome. Ma i messaggi esposti negli striscioni sono chiari: chi mina la compattezza del gruppo, deve levarsi dai piedi. E chi mostra simpatie per i colori rossoneri, non merita di vestire la maglia dell’Inter. Difficile avere dubbi, anche i tifosi stanno dalla parte di Mourinho e, soprattutto, della squadra.

Balotelli continua a essere un corpo estraneo e i suoi atteggiamenti, l’ultimo nello sketch fastidioso con Striscia la Notizia, non verranno più tollerati. In pratica, siamo al punto di rottura tra lui e i sostenitori che sono sempre stati dalla sua parte, ma che storcevano il naso, e non poco, al cospetto di determinate situazioni. Chi fa il tifo per il Milan deve tenerlo per sé, se indossa i colori nerazzurri. Chi invece non perde occasione per ribadire il concetto, vada a manifestare altrove. Per lui, nell’Inter, non c’è più posto. Sarà dura, adesso, ricucire un rapporto che ad oggi pare compromesso. Sempre che la volontà ci sia ambo le parti. Oggi Balotelli non è un giocatore dell’Inter, almeno fino a quando non si cospargerà il capo di cenere e chiederà scusa per i suoi eccessi e il suo milanismo. Altrimenti dalla curva nessuno canterà più “Se saltelli segna Balotelli”. Perché altri segneranno al suo posto…
 


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