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IMBAVAGLIATI!!

di Domenico Fabbricini

Domenica 17 maggio avremmo voluto essere a San Siro, nella giornata che potrebbe regalare all’Inter il suo 17esimo scudetto, per raccontare in diretta a tutti voi, in particolar modo a quelli che per le ragioni più disparate non potranno essere a Milano, la partita più importante dell’anno. Invece continua il braccio di ferro, inspiegabile tra l’altro, tra l’ufficio stampa dell’Inter e noi di FcInterNews.it. Ormai è chiaro, l’Inter non ci vuole a San Siro, non ci ha mai voluto fin dalla nostra nascita e per di più non esiste alcuna valida motivazione per questa decisione. L’aspetto più paradossale è che il sottoscritto è stato per circa quattro anni ospite fisso al Meazza con le più disparate testate e siti internet (alcuni con un seguito anche di dieci volte inferiore a FcInterNews.it), e si vede lasciar fuori proprio quando assume la direzione di un sito dedicato esclusivamente alle notizie nerazzurre! Curioso, no?
È vero, come è scritto anche sul sito ufficiale della società, che la stessa si riserva il diritto di concedere o non concedere l’accredito stampa, ma buon senso vuole che la non concessione sia dettata da valide ragioni, come la non pertinenza della testata (capisco se ci chiamassimo Caccia & Pesca o In Salute, con tutto il rispetto per le suddette, o fossimo un sito milanista, juventino o chicchessia), ragioni logistiche, motivazioni di ordine pubblico o anche personali (se per esempio fossimo accaniti denigratori della Beneamata). Non si capisce il motivo, invece, di lasciar fuori la prima e molto probabilmente unica testata giornalistica online dedicata all’Inter che per giunta conta migliaia e migliaia di fedeli lettori quotidiani (nel caso la motivazione fosse lo scarso seguito del sito). E quando abbiamo provato a chiedere spiegazioni, le risposte sono state le più fantasiose: dalla tribuna stampa piena (la più gettonata, ma basta essere a San Siro, e molti dei nostri collaboratori lo sono perché pagano di tasca loro, per notare i tanti posti vuoti nella tribuna stampa), fino alla fantasiosa “nuova politica” di non accreditare testate online, a meno che non siano edizioni internet di quotidiani. E allora i vari Goal.com, Sportal.it, Calciatori.com, i nostri stessi “cugini” di Tuttomercatoweb.com e così via, prestigiose testate esclusivamente internet che puntualmente, e giustamente, hanno il loro posto allo stadio? E poi che gran violazione del diritto di cronaca sarebbe lasciar fuori le testate online! Ecco, quella che viene attuata nei nostri confronti sembra soltanto una gratuita limitazione del diritto di cronaca: ci impedisce di poter raccontare di persona le partite, ascoltare i protagonisti, raccogliere le impressioni. Non che questo freni il nostro lavoro, un escamotage lo troviamo sempre come abbiamo fatto finora per fornire a tutti voi un’informazione precisa e puntuale, ma ci piacerebbe conoscere il motivo di quest’astio. Tra l’altro paradossalmente è più facile trovare posto in tribuna stampa se si è una testata estranea alla realtà milanese (per esempio appartenente alla squadra ospite) o se non si ha nulla a che fare con l’Inter (i due posti dedicati alla Polizia Scientifica sono motivati dalla paura di un omicidio tra i giornalisti?). Per non parlare delle grandi testate che pagano per avere a disposizione un’intera fila della tribuna salvo poi presentarsi con soli due giornalisti, riducendo quindi i posti a disposizione. Massimo rispetto per chi investe per avere esclusive, ma che questo debba penalizzare chi fa solo pura informazione è illegittimo.
Senza dimenticare che il futuro dell’editoria è sempre più online, allora tra dieci anni la tribuna stampa resterà vuota? Capisco che accreditando un sito web si dovrebbero accreditare tutti, ma basterebbe selezionare le testate maggiormente valide e meritevoli di avere un posto allo stadio, come si fa con la carta stampata: basta guardare i nostri numeri per capire che abbiamo le credenziali per essere tra queste (con una redazione composta da giornalisti tutti regolarmente iscritti all’Ordine). Oppure la nostra “pecca” è quella di non essere legati ad alcun gruppo, di essere indipendenti e quindi “scomodi”? Voglio augurarmi che non sia così perché la libertà di stampa dovrebbe essere slegata da questioni cosiddette politiche.
Tutto ciò non per sostituirmi all’ufficio stampa dell’Inter e dettare loro le scelte da adottare in materia di giornalisti da accogliere o lasciare a casa, o per rivendicare un posto “a casa loro”, ma è giunto il momento di rompere il silenzio e denunciare un tentativo di imbavagliamento di una testata leader e indipendente, che continuerà comunque a fare il suo mestiere anche contro tutto e contro tutti.
Un ringraziamento va a tutti voi, sempre più numerosi, che ci seguite e sostenete ogni giorno. Perché si può fare buona informazione anche senza essere ben visti dall’alto. Anzi, a volte lo si fa anche meglio…
 


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