Inter alla Dumas. Gli assi azzurri e i due professori. Lukaku-Correa, una nuova formula è possibile
Bella, travolgente, ironica, matura. In otto giorni l'Inter rifila 8 gol a Fiorentina e Viktoria Plzen chiudendo con il tris di San Siro contro la Samp. La squadra ha fatto suo il motto dei tre moschettieri di Dumas: uno per tutti, tutti per uno, ma a divertirsi mettendolo all'opera non sono soltanto gli undici spadaccini scelti da Inzaghi, ma anche chi rimane sulle retrovie per seguire, incitare e poi dare il proprio contributo dalla panchina. Si vedano le esultanze all'ultimo respiro di Barcellona e Firenze, la profezia di Lukaku che contro il Plzen mentre si riscalda anticipa che una volta entrato avrebbe fatto il quarto gol, Barella che dopo aver trafitto anche Audero (quinta vittima stagionale) corre da Big Rom per dirgli: "Così si stoppa la palla", senza dimenticare i discorsi prematch e i consigli ad Onana di Handanovic, veterano dello spogliatoio che dopo dieci anni di onorevole servizio tra i pali oggi rimane uno dei leader della squadra, anche se a tutti sembrerà ancor più silenzioso. La parola e i microfoni spettano infatti come sempre ai protagonisti sul prato verde, oltre al regista che da dietro le quinte è riuscito a ritirare fuori dai suoi ragazzi lo spirito da vera squadra. Inzaghi l'ha definita la sua migliore Inter, forse dando anche un altro alibi a Xavi.
L'Inter ritrovata riesce a proporre più trame di gioco senza snaturarsi, modificando i suoi ritmi a seconda della partita o anche all'interno della stessa gara. Lo abbiamo visto ultimamente sia a Firenze che contro la Samp: i nerazzurri studiano i difetti dell'avversario per finire con il sovrastarlo, mentre la difesa con l'ingresso di Onana appare ben più concentrata, solida e sicura. Così sabato scorso a San Siro, quando per scavalcare l'incessante pressing degli uomini di Stankovic la squadra si è affidata alle capacità balistiche di Barella, Bastoni, Calhanoglu, Dimarco. L'1-0, che segna anche il ritorno del vero De Vrij, prima del cross dalla bandierina di Hakan arriva dopo uno dei cambi di campo del centrale mancino a pescare Dumfries, che nel duello ingaggiato a destra con Amione guadagna il corner. Bastoni poi si supera con il lancio, stavolta in verticale, da un emisfero all'altro per il raddoppio del 23, che poco prima era stato autore di una delle sue tante sventagliate che aveva portato alla combinazione fra Dzeko e Mkhitaryan, chiusa dal sinistro sull'esterno della rete di Dimarco. Inter dunque spinta dalla benzina dei suoi 'giovani' assi azzurri, ma che si esprime in maniera artistica quando segue le giocate dei suoi due professori ex giallorossi, entrati in pianta stabile nell'undici proprio dopo i forfait di Brozovic e Lukaku. L'età anagrafica di Mkhitaryan e Dzeko non è adatta a un filotto di prestazioni straripanti, ma loro non lo sanno e fanno volare l'Inter lo stesso.
Nota a margine per Lautaro. L'argentino aveva detto che non avrebbe tirato via la gamba nonostante il Mondiale alle porte, dichiarazioni che evidentemente hanno invogliato gli avversari che tuttavia non riescono né ad anticiparlo né ad abbatterlo. L'argentino si prende falli e ammonizioni (quando l'arbitro se ne avvede), da terra si aggiusta i calzettoni e dieci secondi dopo è già sull'altro lato del campo a chiamare palla o a puntare il marcatore di turno. Un Toro mai così completo in termini di apporto alla manovra e voglioso di trascinare la squadra. A completare l'ottobre "quasi perfetto" dell'Inter (secondo Inzaghi) un Correa che finalmente ha rivisto la luce a San Siro. Il gol coast to coast è tutto suo, ma un grazie va dato anche a Lukaku che con il perentorio scatto sul fianco destro manda in doppio allarme la difesa della Samp. Mercoledì il Tucu aveva fornito l'assist a Big Rom, con cui evidentemente l'intesa va a meraviglia (non è un caso che stavolta Inzaghi li abbia inseriti insieme in uno slot), mentre Dzeko e Lautaro hanno raggiunto la perfetta sintonia. E chissà che in futuro, al posto della LuLa, visti i numerosissimi impegni ravvicinati le formule che vedremo più spesso non saranno proprio la LuCo e la DzeLa. Intanto godiamoci l'ottimo momento della squadra, chiamata a chiudere il cerchio negli ultimi quattro impegni prima della sosta. E a far capire a tutti che ora sì, la vera Inter è tornata.