Inter creata. E poi distrutta
La discesa verticale, in campionato, dell’Inter prosegue inarrestabile. La crisi è iniziata da tempo, tamponata dalla vittoria a Empoli ma palese nella sua estensione. La Champions League ora è fortemente a rischio perché, mentre la Fiorentina vince tranquillamente al Franchi col Torino, l’Inter non è in grado di battere prima di tutto sé stessa e poi nessun avversario, di qualunque categoria, in modo schiacciante.
Non c’è un modo per comprendere e nemmeno per giustificare il fatto che una squadra si faccia fare gol per tre volte consecutive al 90° e dintorni a San Siro, da avversari in dieci e tenuti in gioco per manifesta incapacità di giocare il pallone. Ho speso parole contro la squadra da quando ho notato in alcuni giocatori un atteggiamento diverso, iniziato da Inter-Lazio. Me la prendo con loro con maggior forza proprio ora, pur non trascurando Mancini e le sue colpe. Tuttavia la gara col Carpi non è stata pareggiata perché sono state sbagliate sostituzioni o perché l’allenatore ha fatto la formazione sbagliata. Se pareggi col Carpi così le cause non sono mai queste.
C’è qualcosa di sconcertante nel vedere tutti (ma proprio tutti) i giocatori sbagliare appoggi elementari, stop non trascendentali, movimenti senza palla. È singolare che nessuno sappia tirare e rendersi davvero pericoloso con un tiro dalla distanza, che non ci sia un tiratore per i calci di punizione, che la squadra piena di saltatori, ad oggi, abbia fatto un solo gol di testa (uno!) e che i calci d’angolo vengano regolarmente battuti corti o lunghi. Non è normale vedere giocatori che tentano triangolazioni tanto scontate da essere lette da tutti, spettatori e avversari per primi, con largo anticipo e dunque facilmente disinnescate.
È inqualificabile e incomprensibile che i giocatori non sappiano cambiare mai ritmo. L’Inter va solo ad andamento lento, qualunque avversario sa che è sufficiente fare pressione sui presunti portatori di palla e si va in crisi dopo un minuto di gioco. Col Carpi dopo 20 minuti la squadra aveva già corso tre rischi che Murillo, Handanovic e Felipe Melo hanno sventato. È possibile dunque che se non si esce dal tunnel si vada in Europa League, il progetto Mancini venga distrutto e si debba ricominciare da capo con il solito nuovo allenatore. Il pensiero di questo scenario mi terrorizza perché se devo giudicare quello che ho visto nell’ultimo mese, ovvero la madre di tutte le involuzioni, si può pure supporre che andrà sempre così.
Che l’Inter comunque giocasse esteticamente male era noto a tutti, ma aveva un'organizzazione di gioco che rendeva le sue partite indecifrabili agli avversari e sensate nel risultato finale, congelato in occasione del gol che sbloccava la partita. I giocatori dell’Inter hanno però rotto il giocattolo, non fanno più le stesse cose di inizio stagione, non fanno gli stessi movimenti e sbagliano tutto quello che c’è da sbagliare. La società e Mancini hanno però una grossa responsabilità nell’essersi ridotti all’ultima settimana di mercato per capire, se lo ha capito, che manca più di qualcosa.
L’Inter non ha due terzini all’altezza. Non li ha e le continue rotazioni lo testimoniano. Non ha attaccanti in grado di segnare (non basta il solo Icardi) e soprattutto non ha centrocampisti capaci di giocare la palla ad alto livello. Eppure i nomi che girano sono solo quelli di attaccanti e trequartisti. Non un regista. Non uno di livello. Mancini ispira trame di mercato per attaccanti e difensori omettendo quello del centrocampista. Non ho capito perché.
Non è colpa di Felipe Melo, Medel e Kondogbia se sono più incontristi che raffinati tessitori di gioco. Brozovic corre in posti sbagliati, senza brillare per lucidità e nessun giocatore dell’Inter sa più correre senza palla. Fino a metà dicembre, la squadra era organizzata, ora tutti corrono a caso, sbagliano cose oratoriali e non sono in grado di correre, pressare e dare palla in modo intelligente. Farsi fare gol al 90° tre volte su tre in casa ha del tragicomico.
In questi casi la colpa è sempre dei giocatori e questo campionato lo dimostra. Il Carpi ha cambiato Castori per poi richiamarlo, la Samp ha esonerato Zenga con questi risultati, la Roma ha tolto Garcia e l’inizio non è stato incoraggiante. Zamparini non parliamone nemmeno. Gli allenatori contano tanto ma nel caso dell’Inter i giocatori hanno enormi responsabilità.
Mercoledì si gioca allo Juventus Stadium e poi il derby. Lo scudetto è stata solo un’illusione montata ad arte, la Champions invece era alla portata ma in questo modo l’Inter non ci andrà mai. E’ tornata incredibilmente l’Inter degli ultimi 4 anni e credevo che ce ne fossimo liberati.
Amala