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Inter in affanno, Torino mai domo: il tabellino non basta, le partite vanno guardate

di Fabio Costantino

A mente fredda. Così bisogna ragionare sul percorso dell'Inter in questa stagione, senza esporsi tra i nati dalla pancia. Chiaro che rispetto alla scorsa si sta registrando qualche passo falso di troppo in fase difensiva, i gol subiti sono troppi in campionato e contro il Torino i nerazzurri hanno raccolto due palloni dalla propria rete per la quarta volta in 7 gettoni. Troppi, senza alcun dubbio. All'opposto, in due partite di Champions League la porta è rimasta inviolata e se contro la Stella Rossa si può parlare di obiettivo ampiamente alla portata, mantenere il Manchester City a zero gol sul suo campo alla prima giornata va catalogato come impresa sportiva. Se la condizione fisica sta crescendo in maniera vistosa rispetto a qualche settimana fa, bisogna limitare gli errori individuali e di squadra che finora sono stati pagati spesso a caro prezzo.

Una delle ragioni probabilmente va ricercata nel nuovo corso avviato da Simone Inzaghi, quello del turnover costante. L'allenatore, rispetto alla scorsa stagione, sta alternando gran parte dei giocatori a sua disposizione nell'11 titolare per riuscire a gestire le energie e permettere a chi è in ritardo rispetto ai compagni di recuperare velocemente terreno. Scelta logica e saggia, quasi a furor di popolo vista l'abbondanza offerta dalla rosa nerazzurra dove parlare di riserve sarebbe fuori luogo. Coinvolgere tutti i giocatori è l'obiettivo primario di questa annata, che prevede qualche partita in più e soprattutto la necessità di vincerne il più possibile nella nuova Champions League per andare avanti. Bene così dunque, la vittoria è la spugna che pulisce ogni macchia e presto o tardi questa squadra smetterà di commettere errori e tornerà alla sua solidità difensiva, con molte più alternative da impiegare.

C'è poi un altro aspetto da considerare dopo la partita contro il Torino. Il risultato finale di 3-2 non è bugiardo, di più. Ovviamente l'espulsione sacrosanta di Maripan dopo 20 minuti ha indirizzato pesantemente il trend della gara, che comunque in linea di massima era già in possesso dei padroni di casa pur se ben controllati dall'organizzazione degli ospiti. I commenti degli opinionisti e i titoli dei giornali hanno invece descritto un quadro fuorviante in cui l'Inter è apparsa in affanno mentre il Torino mai domo nonostante l'inferiorità numerica. Una descrizione tipica di chi si è limitato a guardare il tabellino ma non ha visto l'intero match, in cui in tutta onestà c'è stata solo una squadra in campo. Al netto dell'uomo in meno, le statistiche parlano fin troppo chiaro: 80% di possesso palla, 29 conclusioni e 2,44 XG a favore dei campioni d'Italia. Visto che in troppi si limitano a guardare i numeri, questi sono persino più eloquenti delle sensazioni lasciate dal rettangolo di gioco. E se si considera la 'minaccia offensiva', i granata hanno letteralmente marcato visita nella ripresa. Dalla loro parte però figurano i 7 tiri complessivi di cui ben 5 nello specchio, ROI decisamente superiore rispetto all'Inter che ha centrato solo 8 volte (su 29) la porta difesa da Vanja Milinkovic-Savic. Ed è qui che bisogna rintracciare le vere responsabilità dei nerazzurri, più che nei due blackout difensivi. La mira è stata piuttosto deficitaria, con meno ansia e foga e più precisione il risultato sarebbe stato nettamente più rotondo e oggi nessuno parlerebbe di Inter in affanno, dei troppi gol subiti o di Torino coraggioso e mai domo. Spostare il focus dopo sabato sera permette di avere una visione meno distorta del problema.

Che poi, fino a quando l'Inter crea così tante opportunità per segnare si può stare tranquilli, perché qualche gol concesso in più non minerebbe alcuna certezza. Perciò al momento bisogna essere solo ottimisti: la squadra pur con qualche passo falso di troppo è al secondo posto (vogliamo parlare di Juventus e Milan?), a -2 dal Napoli che ha avuto anche un calendario più agevole e tutti i segnali indicano la freccia verso l'alto. La pausa permetterà di concentrarsi anche sugli impegni successivi a essa, in agenda c'è più di un incontro chiave e bisognerà farsi trovare pronti. L'Inter c'è e ha la stessa fame di vittorie: basterebbe guardare le partite per capirlo.


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