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Inter, settimana interlocutoria...

di Giorgio Ravaioli

Per le societa' obbligate a fare attentamente di conto -proprio come l'Inter- il mercato a giugno e' ancora giovane. Va bene Palacio e il riscatto dei prestiti, ma la coda del periodo primaverile vede altri competitors rovesciare sul tavolo la valuta piu' sostanziosa e pregiata come pregiati sono i pezzi da collezionista concupiti. Facciamo ala dunque al passaggio  dei tycoon di ogni dove, agli sceicchi che dal loro dove hanno finito per sciamare in ogni parte del globo, arricchendo clubs per lo piu' marginalizzati dalla storia di questo sport, fino a poco tempo fa riservato, nelle massime espressioni, ad altre realta', ben piu' consolidate. Per le quali blasone ha sempre fatto rima con organizzazione e, quasi sempre, con soddisfazione. Ahime' per qualche nobile decaduta o in via di decadenza il termine blasone oggigiorno slitta su assonanze piu' prosaiche come riscossione e prestidigidazione, in un tourbillion di evoluzioni fluide e magmatitiche, in cui il gioco consiste nel far comparire e poi al momento giusto occultare l'asso messo per necessita' sul mercato tra compratori che guardano il movimento per cercare di capire il trucco e tifosi sconsolati, lasciati in balia dei ricordi e dell'attesa dell'atto finale dell'illusionista di turno. Galliani come Silvan? Probabilmente sì, ma non solo lui. E comunque se ne riparlera' piu' avanti. Dunque e' presto per dar fiato alle trombe di quegli acquisti necessari a far uscire la nostra squadra dal limbo delle posizioni di rincalzo. Riunioni di mercato e boatos questo il rancio che l'esercito degli appassionati nerazzurri dovra' trangugiare ancora per un po'.

Per ironia della sorte -ma mai lamentarsi del brodo grasso- ci si e' messo anche il formidabile Samuele Longo visto a Gubbio a rimescolare le carte che sembravano ben disposte sul tavolo dei rapporti tra Inter e Genoa, dapprima improntati ad una risoluzione equanime della vicenda Destro. Che potrebbe poi ragionevolmente chiudersi con la punta ascolana a Milano ed il bomber della primavera per un paio di stagioni a Genova in attesa di definirne la comproprieta'.  Ragionevolmente. Poi ci sono di mezzo Preziosi e quel "gras de rost" del suo nuovo d.g.e quindi...  C'e' a seguire la questione terzini all'ordine del giorno con Maicon sempre piu' sul piede di partenza. Con infinita modestia rinnovo nell'occasione l'invito rivolto a chi di dovere a non impegnare risorse rilevanti in un un ruolo non fondamentale per l'eventuale sostituzione. Javier Zanetti (che "dovra'" giocare e a quasi quarant'anni puo' tentare di  fare un'altra stagione da par suo solo da esterno basso) per un posto, Chivu, Nagatomo, Jonathan, Faraoni e perche' no N'baye per l'altro o in alternativa a Zanetti, sono patrimonio sufficiente per chi, come detto, deve monitorare con acume entrate, uscite e spese di gestione. Meglio concentrare l'attenzione sulle emergenze che sono localizzate nelle posizioni fondamentali, centrale di difesa e perno di centrocampo, la' dove la mano dovra' essere ferma ed i cordoni della borsa rilasciati per estrarre il necessario senza tentennamenti.

Un dubbio ed un monito infine. Il tifoso nerazzurro e', benche' genticamente modificato dalla presa d'atto del new deal del calcio italiano, un palato fine, difficile da accontentare. Lo conosciamo, vive nell'attesa  del nome da citare con aria trasognata, il campione da abbonamento, la scritta da apporre sulla schiena delle maglie di tanti bambini. Guardando all'orizzonte che ha sullo sfondo il 31 agosto non si scorge niente che vi assomigli, se non, forse, un Lucas sempre piu' sfuocato da disporre- ma solo chissa' -in uno scacchiere gia' intasato di alfieri della rifinitura. Scherzi della realpolitik, e il mercato, abbiamo detto, e' giovane e, inoltre, come sostenevano i Vianella, la "speranza nun costa gnente". Ma, caro Presidente, il tifoso interista, come lei del resto, o e' entusiasta o non e'. Quindi, su, un grande nome, lo sforzo, se puo', lo faccia. Anzi, per il bene ed il sogno di tutti, anche se la ragion di stato le imporrebbe di non farlo, lo faccia ugualmente.


Figlia di un tizio che ha fatto soldi a palate con le televisioni e di una mamma che non le ha fatto mai vedere un minuto di  tv in quanto diseducativa, Barbara Berlusconi si sta imponendo per la tecnica straordinaria, degna del miglior Holer Togni, nel prendere il volante della macchina rossonera e mettersi di traverso o farla piroettare in funambolici testa-coda. Compare sul piu' bello e a giochi fatti a guastare la festa di affari per i quali i maggiorenti di casa Milan hanno lavorato notte e giorno alacremente e, quando meno te l'aspetti, zac, implacabile, derapa prese di posizione che generano dosi da cavallo di effimere illusioni, presupposto per ulteriori polemiche in un ambiente gia' grandinato dalla guerra per bande interna e dalla consapevolezza del ridimensionamento in fieri. E' lei che ha portato il conto al termine del pranzo tra Galliani, Tevez e il di lui procuratore sdoganando il fidanzato nella sessione di mercato invernale, e' lei che in questi giorni, da ministro senza portafoglio dell'impero, si e' immolata in nome delle ragioni di un'intera tifoseria a sostegno dell'incedibilita' di Thiago Silva. Siamo di fronte ad una moderna eroina, una Giovanna D'Arcore religiosamente a suo agio nel prendere la guida di un movimento di opinione a rischio ammutinamento tanto e' iconoclasta il suo malumore in un vero e proprio assedio mediatico che non lascia indifferente nemmeno gli organi d'informazione generalmente supini rispetto alla linea ufficiale di via Turati. Sopra una pira di 46 milioni di euro + bonus (per un difensore) che rischiano di andare in fumo lasciando ad Adriano Galliani la rogna di sgrovigliare il pasticcio-chi dara' 9 mil al calciatore?-l'aspirante presidentessa, immune da accuse di eresia, puo' intonare alto al suo popolo il canto di battaglia contro i perfidi e arrivati fratellastri, avidi ragionieri distanti dalla passione sportiva, e il padre, il tirchione, quello della tv e per giunta commerciale. Il popolo milanista la ama e lei lo ha adottato, a distanza, si intende, e anche noi, i veri avversari della guerra dei cent'anni ne siamo un po' rapiti. Per questo non ci deluda:  Presidente, la tenga.

P.S.Massimo Alfieri, il tabaccaio di Parma, ha incaricato del proprio patrocinio un principe del foro conosciuto a livello mondiale, Gilberto Lozzi. E non e' difficile scommettere sull'entita' della parcella. La cosa a qualcuno e' sembrata anomala ma non a me. L'amico Renato  mio fornitore di toscani ricordo che tempo fa per una causa contro il monopolio (gli era arrivata una stecca di MS senza mezza sigaretta dentro) disse che si era rivolto a Giulia Buongiorno. E' proprio tipico della categoria, io lo sapevo gia'.


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