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Investimenti e problemi: le ragioni di Moratti

di Fabrizio Romano

Siamo vicini al momento della verità. Questo non è rappresentato dalla partita di oggi a Genova, sia chiaro. In questa sciagurata stagione si è detto lo stesso più volte finendo sempre per cadere nel baratro quando bisognava svoltare, dunque la verità non si gioca a Marassi, o almeno non solo. Il momento della verità arriva a gennaio, la strategia di mercato applicata ai fatti, gli acquisti necessari per comprendere come prosegue il progetto dell'Inter: la politica di interventi sulla campagna acquisti è anche strettamente legata ai risultati che la squadra conseguirà nelle prossime tre gare prima di Natale, vero e proprio test per comprendere sul serio quale 'fetta' di campionato compete quest'anno alla Beneamata.

L'impostazione del mercato da parte del presidente Massimo Moratti è estremamente chiara e mai si è discostata da questa grande realtà, al di là delle voci poco veritiere: si investirà ma con prudenza e intelligenza, senza sperperare danaro per far scrivere ai giornali solo che "Moratti ha comprato X" bensì muovendosi secondo le regole del Fair Play Finanziario. Di conseguenza, ci saranno investimenti immediati su un difensore e almeno un centrocampista, ma tutto quel che verrà di più sarà eventualmente solo dettato dal mercato stesso. L'anno scorso fu così per Pazzini, che l'Inter voleva dall'estate ma divenuto accessibile solo a metà gennaio, ma anche per la stessa idea Nagatomo, un colpo dell'ultimo minuto. Non si esclude che anche quest'anno possano esserci sorprese dettate dal mercato stesso, idee in stile Montolivo per intenderci, però quel che conta è che gli investimenti non mancheranno, ma la caratura di questi sarà anche definita dalla classifica che in Corso Vittorio Emanuele si troveranno di fronte al 22 di dicembre.

Queste occasioni però possono essere ovviamente favorite da altri incassi che la società cercherà di ottenere per potersi muovere con un budget più ampio sul mercato. E qui tornano in campo le 'famose' cessioni: liberarsi degli stipendi di giocatori come Sulley Muntari già a gennaio è quello che in società proveranno a fare, pur sapendo che non sarà affatto semplice. Non va esclusa neanche la cessione di elementi più importanti come Cristian Chivu, anch'egli in scadenza, ma su questi fronti l'Inter può soltanto aspettare offerte che per il momento non ci sono, se non ai singoli elementi ma per giugno. Ha ragione dunque Moratti ad attendere ancora per capire come e quanto muoversi a gennaio, ma ha anche ragione proprio in materia di cessioni. Quando ieri ha parlato di un 'problema' Wesley Sneijder, il presidente ha fatto proprio centro. L'olandese è perennemente ai box, ha giocato solo la metà delle partite dell'Inter nell'ultimo anno, sembra svogliato e desideroso di cambiare aria. Comprensibile e dunque accontentabile se le offerte sul piatto fossero concrete.

E invece l'Inter si trova 'imprigionata', perché cedere Sneijder a 22 milioni è un delitto quando sul mercato ci sarà a giugno chi ne investirà circa 40 di milioni per prendere quell'Eden Hazard che si è dimostrato tutt'altro che un marziano anche nelle recenti sfide contro l'Inter, chiedere a Zanetti per credere. Non è facile divincolarsi da queste situazioni e da questi problemi, quel che è certo è che Moratti e i suoi uomini fanno bene a temporeggiare pianificando prima le certezze, poi le occasioni e quindi anche le uscite dettate dal budget di base stesso. Una linea di mercato chiara e razionale, ma quel che conta è dare un segnale forte: c'è ancora voglia di vincere all'Inter. Dimostriamolo in queste tre partite prima e sul mercato a gennaio poi.


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