Io cercherei altro
Corro il rischio di andare controcorrente, ma forse Ivan Perisic non è quel tipo di giocatore che servirebbe a questa Inter da work in progress. Attenzione, questa mia idea non è dettata da dubbi e perplessità circa il forte esterno del Wolfsburg (senza dubbio un elemento dalla straordinaria efficacia e dalla spiccata intelligenza tattica, sarebbe sicuramente un grande acquisto per qualsiasi squadra), ma dalla bontà della ricerca di un esterno al posto di un grande trequartista in base ai giocatori offensivi già a disposizione di Roberto Mancini al momento. Mi spiego meglio.
Da poco vestito di nerazzurro, reputo Stevan Jovetic un jolly dal potenziale elevatissimo, in grado di fare la differenza in una Serie A in cui ha già dimostrato di poter essere protagonista. Condizione fisica permettendo, la vera antagonista durante la sua esperienza inglese. Quale ruolo, quindi, per vedere un JoJo ancora super? A parer mio difficile immaginarlo in una posizione diversa da quella di seconda punta al fianco di Mauro Icardi. Poco adatto alla 'zolla' di esterno puro nel tridente in linea, credo che darebbe il meglio di sé proprio come partner dell'attaccante centrale, magari con un vero 10 alle spalle.
Rodrigo Palacio, invece, c'è da sempre e ci sarà anche in questa stagione 2015-2016. La carta d'identità comincia però a essere un po' stropicciata e le 33 'candeline' già spente fanno intendere che difficilmente vedremo un Trenza sempre al 100% per l'intera annata. Certo, la caviglia migliora, ma lo stesso argentino ha ammesso durante il ritiro di Riscone di Brunico che sente ancora un po' di fastidio. Giusto preservarlo, curarlo e utilizzarlo nel miglior modo possibile, perché il suo apporto è sempre e comunque importante per la squadra. Inutile nascondere, però, che Rodri non può essere un titolare inamovibile, per discorsi più fisici che tecnici. Questo è ovvio.
Detto questo - premettendo che Icardi resta la certezza assoluta dell'attacco nerazzurro - ecco che si torna ancora lì: al mercato. Con l'Inter impegnata in un'opera di convincimento assai difficile nei confronti del ricco Wolfsburg per portare ad Appiano Gentile Perisic, per l'appunto. Doti indiscusse, classe '89, esterno d'attacco per professione. Con il suo arrivo scontato pensare a un 4-3-3, con Maurito punta centrale, l'ex Borussia Dortmund da una parte e... chi dall'altra? Palacio, come detto, non può dare assolute garanzie e potrebbe essere ancor più prezioso come spalla di Icardi, mentre copio-incollo il pensiero su Jovetic, constatando una certa difficoltà nel vederlo piazzato all'esterno. Proprio per queste considerazioni credo che i soldi che saranno investiti per questo acquisto potrebbero essere utilizzati, ancora meglio, per un grande trequartista (il solo Hernanes non può bastare, Mateo Kovacic cerca ancora il ruolo più adatto).
In data 01.08.15 ho scritto di quanto mi piacerebbe vedere nuovamente a Milano Wesley Sneijder, presentando i tanti pro di questo eventuale affare (ribadisco in toto dopo averlo ammirato dal vivo alla 'Türk Telekom Arena' proprio contro l'Inter nel match dello scorso 2 agosto), ma molto probabilmente tutto questo rimarrà un semplice desiderio personale. Ma ora vi invito a questa riflessione: con un 4-3-1-2 puro e un ottimo trequartista non si avrebbe una squadra più collaudata?
Provo a stuzzicare un po' la vostra fantasia, nominando un ottimo profilo, più giovane rispetto al genio di Utrecht: Christian Dannemann Eriksen, talento classe '92 di Middelfart in forza al Tottenham, 63 presenze in due anni di Premier League arricchiti da 17 gol. Prezzo: 25-27 milioni di euro (circa 6-7 in più di quanti ne chiede il VfL per Perisic). Tanti, veramente tanti, ma potenzialità ed età permetterebbero di avere a disposizione un grande fantasista per i prossimi anni. Sia chiaro, trattasi di semplicissimi esempi, ma per rendere l'idea possono bastare. Che sia, quindi, esperienza (Wes), freschezza (il danese ex Ajax) o qualche altro nome nuovo, con il 10 l'Inter sarebbe più quadrata, più completa, più killer. Insomma, più forte.
P.S. Settimana scorsa ho 'salutato' Xherdan Shaqiri, auspicando quella stretta di mano che poi non è mai arrivata. Più che un augurio, quelle righe erano forse più una speranza. Residua, flebile nel vedere riavvicinarsi proprio all'ultimo un giocatore ormai ceduto. E infatti dopo qualche giorno ecco lo svizzero di origini kosovare vestirsi di bianco-rosso, i colori dello Stoke City. Strana, stranissima la sua avventura ad Appiano Gentile. Chissà cosa sarà successo per arrivare a questo punto: salutare un 'esubero di lusso' che solo pochi mesi fa era sbarcato a Milano tra mille applausi e una grandissima ovazione, in un'accoglienza da vero e proprio top player. Probabilmente il campo non avrà avuto ruolo primario per essere arrivati a questo epilogo, e chissà che non sia successo qualcosa al di fuori dello stesso. Indipendentemente da questo, 'in bocca al lupo' Xherdan. E che i Potters siano solo una tappa di passaggio per vederti nuovamente in un grandissimo club d'Europa.