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L’addio è più Vecino

di Stefano Bertocchi

Il segnale lanciato dall’altra parte dell’Oceano Atlantico non ha bisogno di troppe interpretazioni: Matias Vecino potrebbe salutare l’Inter dopo quattro stagioni e mezzo e uno scudetto. Nella conferenza stampa pre-Bolivia, il Mate - con la solita pacatezza ed educazione - ha riassunto gli ultimi mesi nerazzurri come “una situazione che non era quella che pensavo di poter vivere all’inizio dell’annata in base a quello di cui avevo discusso con l’allenatore e con il club”. L’uruguaiano ha precisato che “uno però deve sempre rispettare le decisioni degli allenatori, restare concentrato, allenarsi al massimo e farsi trovare pronto quando il tecnico e la tua squadra hanno bisogno di te”, ma di fatto non ha escluso una separazione. Perché è chiaro che “ci sono momenti, a volte positivi, a volte negativi. Però è chiaro che se questi momenti si allargassero un po’ troppo, credo che dovremmo parlare, sempre col massimo rispetto, per trovare una soluzione che sia buona per tutti”L'Inter è avvisata.


Anche perché i numeri parlano chiaro: quest’anno il Vecio conta 10 presenze complessive, 8 in Serie A (impreziosite da un gol) e 2 in Champions League. Per un totale di 287’ complessivi. Probabilmente si aspettava più spazio sotto la guida di Simone Inzaghi, ma ha dovuto fare i conti con il grande valore dei compagni di reparto: Brozovic e Barella macinano chilometri su chilometri senza risentirne a livello fisico, Calhanoglu e Vidal hanno caratteristiche apprezzate dal tecnico piacentino e si stanno ritagliando più minuti in campo per quella terza maglia abitualmente in ballo in mediana. E non vanno dimenticati Gagliardini e Sensi, che una volta recuperata la forma fisica ottimale può diventare un'importante arma in più. 


Il contratto dell'ex Fiorentina andrà in scadenza tra pochi mesi, il 30 giugno 2022. Una sua cessione anticipata a gennaio permetterebbe all'Inter di monetizzare, evitando la perdita a costo zero: dato che i casi simili annotati sull’agenda di Marotta e Ausilio sono tanti, incassare qualche assegno di questi tempi non sarebbe di certo un dramma. Specie per un giocatore ai margini e non totalmente coinvolto nel progetto tecnico. Anzi... se il divorzio con Vecino aprisse (per esempio) all'ipotetico approdo a Milano del più duttile connazionale Nahitan Nandez in una staffetta Celeste, allora l'operazione potrebbe addirittura rappresentare un up-grade tattico ed anagrafico.


A prescindere da come andrà, il Mate ha contribuito a scrivere una pagina importante della storia recente dell’Inter: da quando ‘l’ha presa’ all’Olimpico con la Lazio riportando il Biscione in Champions League, a quando ‘l’ha ripresa’ contro il Tottenham nell’atteso ritorno nell’Europa dei grandi dopo tanti anni di assenza. Ma adesso è un’altra Inter. E l'addio, “per il bene di tutti”, sembra essere - forse inevitabilmente - sempre più Vecino



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