L'anima ambigua dentro l'Inter
Dopo una stagione difficile confidavo in un luglio dedicato alla costruzione di una squadra competitiva, alla messa a punto della nuova dirigenza e ad un rasserenante ritiro, che ogni anno è una festa per le migliaia di tifosi che arrivano a toccare da vicino la nuova squadra.
Al contrario, è stato il peggior raduno che si ricordi da tempo in casa nerazzurra.
Era il 6 giugno quando i tifosi accoglievano con una certa sorpresa, mista a soddisfazione, l’ingresso in scena del gruppo Suning, un gruppo importante e riconoscibile, forte del placet del governo cinese e col volto serio ma rassicurante del nuovo proprietario Zhang.
In un mese e mezzo però si sono accavallate tante, troppe vicende che hanno mostrato l’ambiguità dei rapporti all’interno dell’Inter, hanno messo a nudo le diverse anime che in società creano correnti, differenze di vedute e prese di posizioni nette, oltretutto a distanza, che fanno il male della squadra.
Non c’è bisogno di fare catastrofismo, ci pensano i fatti, da soli, a mostrare una situazione che va risolta radicalmente. Non con decisionismi autoritari e nemmeno con interventi politicamente accomodanti, come quello di Thohir, il quale ha riempito di elogi Mancini, dopo che lo stesso era stato esautorato dal ruolo di manager, complementare a quello dell’allenatore.
Si è cominciato con la differenza di vedute tra Mancini e la politica della nuova proprietà. Pronti, maturi, come Yaya Tourè, Zabaleta e Candreva, per il tecnico; giovani, di prospettiva come Gabriel Jesus e Joao Mario per la società.
In 40 giorni tra le due parti un solo incontro, durante il quale Mancini ha affermato non ci sia stato il modo di parlare di mercato anche a causa della lingua. Non si è capito quanto fosse metaforica questa affermazione tragicomica.
A Mancini e ad Ausilio oltretutto non è stato rinnovato il contratto e, quando si parla di società che ha una linea politica, non si capisce chi sia il referente. Lo ha fatto capire lo stesso tecnico e si era intuito anche nei giorni precedenti.
Per poter sanare una situazione che stava culminando con il clamoroso addio di Mancini è dovuto tornare da Los Angeles Micheal Bolingbroke. Quindi, al di fuori di lui, non esistono altri referenti.
Zhang è il nuovo proprietario ma non ha abbastanza competenza nel mondo del calcio per entrare nel dettaglio. La linea dei giovani di talento ha fatto salire alle stelle le sue quotazioni e scendere in picchiata quelle di Mancini, diventato l’ennesimo nuovo nemico in casa da crocifiggere ed abbattere. Probabilmente la maggioranza dei tifosi è convinta che l’Inter l’anno scorso avesse una squadra da secondo o terzo posto.
Non sono d’accordo ma tutto può essere.
Sono più stupito nel vedere che una società, per quanto nuova, lasci ai suoi posti la vecchia dirigenza, si palesi a Milano qualche giorno, detti una linea precisa ma senza controrepliche, riparta e deleghi a uomini dell’Inter la risoluzione di ogni controversia.
Che manchi una dirigenza presente sul territorio è dimostrato dal fatto che a tentare di risolvere la crisi diplomatica tra Inter e Icardi è dovuto intervenire Moratti con una telefonata al giocatore. Dico Moratti che oggi non ha più nemmeno una quota societaria e ricopre una veste di consulente.
Poi Bolingbroke che torna dagli States e Thohir che ripiomba sulla scena dopo diverso tempo per dire quanto Mancini sia un fuoriclasse.
In tutto questo nessuno ha espressamente comunicato al tecnico che non si sarebbe occupato del mercato. Legittima decisione di una nuova proprietà che però ha dato per scontato troppe cose.
Nel frattempo dalle maglie dell’Inter una mattina è sparito il nome dello sponsor Pirelli, nascosto da uno speciale cerotto sulle maglie. Non si è capito cosa sia accaduto davvero ma poi il nome è riapparso senza tante spiegazioni il giorno dopo.
Improvvisamente, domenica scorsa Wanda Nara, moglie di Icardi e sua manager, decideva di dichiarare il marito cedibile, attribuendo senza tanti giri di parole le responsabilità alla società che non avrebbe mantenuto presunti accordi lo scorso anno in sede di rinnovo del contratto. Ausilio dichiarava incedibile il giocatore, mostrava enorme fastidio per gli strali della moglie manager dell’attaccante, la quale senza perdere tempo, poche ore dopo, ribadiva il concetto con i consueti colpi di tweet. Napoli e Arsenal intanto bussano per avere il giocatore.
La squadra è partita per la tournée, non so con che spirito.
So solo che ad oggi gli acquisti dell’Inter sono stati fatti dalla vecchia dirigenza, compreso Ansaldi che era già stato trattato in precedenza, mentre non è arrivato nessun nuovo giocatore, ad eccezione di Caprari che vestirà il nerazzurro la prossima stagione.
Joao Mario è attualmente saltato e Gabriel Jesus se dovesse essere preso, arriverebbe a inizio 2017.
Dobbiamo sperare (almeno quello) qualcosa di buono nelle prossime due settimane perché oggi l’Inter è figlia di troppe persone che lavorano per la stessa società ma remano in direzioni diverse.