L'innocenza del software e il caos del calendario
di Daniele Alfieri
Alla fine l'Atletico ha soffiato lo United al Villarreal, pescato dalla Juve in sostituzione dello Sporting (l'impressione è che un terzo sorteggio i bianconeri sarebbero finiti contro il Santa Clara), il Bayern ha rimediato il Salisburgo, mentre l'Ajax, che avrebbe dovuto sfidare l'Inter, volerà in Portogallo per affrontare il Benfica. I nerazzurri sono passati dall’abbordabile duello contro i Lancieri di Ten Hag alla sfida ad armi impari contro il Liverpool di Klopp, tecnico da sette stagioni dei Reds con cui ha già vinto tutto ma eccitato come un bambino all'idea di tornare a San Siro, dopo averlo visitato per la prima volta in 54 anni solo lo scorso 7 dicembre contro il Milan. L'obiettivo sarà rientrare in UK anche stavolta con una vittoria, per poi godersi i festeggiamenti dopo il ritorno dell'8 marzo ad Anfield. Un'ipotesi possibile se non probabile, ma attenzione alle sorprese, la Champions League di quest'anno, che tra una novità e l'altra ha abolito sommessamente la regola dei gol in trasferta, pare si diverta a ribaltare ogni scenario anche tramite eventi imponderabili.
Da qui al 16 febbraio ci sarà però tanto, anzi troppo campionato. I nerazzurri affronteranno in 40 giorni quattro delle altre sei big di Serie A: Lazio e Atalanta a gennaio (nel mezzo la Supercoppa contro la Juve vincitrice in carica), Milan e Napoli a febbraio. Un calendario 'di fuoco' stabilito dal software (senza palline) della Lega, impostato per la prima volta da questa stagione con la nuova formula che impone girone d'andata e girone di ritorno asimmetrici, sul modello della Premier League ma con una variabile di maggiore caos. E come dice Inzaghi, "solo all’Inter è venuto con tanti scontri diretti", frase lontana dal cercare alibi ma pura e inconfutabile constatazione oggettiva. Il tecnico e la sua squadra sono pronti a difendere il primato con le stesse armi tecnico-tattiche sfoderate ogni domenica in campo, accompagnate da un turnover scientifico che darà ancora più spazio alle seconde linee, e con la consapevolezza di essere un'Inter più bella, più matura e più forte di quella dello scorso anno, non ce ne voglia il progetto non in linea di Conte. L'annata dei 103 gol record (finora) si chiude dopodomani sera contro il Torino di Juric, un avversario ostico e da non sottovalutare per provare a mettere il settimo sigillo sulla striscia di sei vittorie.
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