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L'Inter che non piace

di Alessandro Cavasinni

Cristian Chivu viene apprezzato tanto per il lavoro di campo e tantissimo per il modo di comunicare. Al tecnico nerazzurro gli vengono fatti i complimento per come parla un giorno sì e l'altro pure. Zero polemiche, zero scuse, zero alibi, ma solo positività e contenuti costruttivi.

Eppure, tra pre e post Genoa, qualcosa di diversi si è avvertito. Nulla di inelegante, ma, seppur con il conseuto garbo, l'ex difensore del Triplete ci ha tenuto a sottolineare un fatto: l'Inter risulta antipatica. E lo ha detto candidamente, con il sorriso sulle labbra. Ma lo ha detto. E non è un fatto banale. Chivu ha parlato di etichette, ha parlato di clima non propriamente positivo attorno al club, ha parlato di squadra amata "tra virgolette". Insomma, il concetto è chiaro: per dirla alla Conte (guarda un po'...): "Se vola uno schiaffo, lo prende l'Inter".

E questo, badate bene, è un concetto che si trascina negli anni. E lo si annota anche scorgendo sui giudizi tecnici degli addetti ai lavori: guai a parlare di Inter col gioco migliore d'Italia. Che significa quello che significa nel calcio, ma sembra vietato poter citare i nerazzurri nonostante l'altissima qualità espressa in questi ultimi 4 anni e mezzo. Una volta si parla di Atalanta, un'altra di Bologna, un'altra ancora di Como, perfino di Napoli. E l'Inter? Tutto è dovuto, tutto è scontato.

"Io non dimentico quando in estate si parlava di falliti e di ciclo finito", ha puntualizzato Chivu. Parlava dell'Inter che non piace. A naso, costoro resteranno delusi anche stavolta.


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