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L'Inter che non ti aspetti e un Sarri ingiustificabile

di Filippo Tramontana

Come in ogni film che l’Inter gira la banalità non trova spazio. I nerazzurri si presentavano al San Paolo per i quarti di Tim Cup con la lingua fuori, la respirazione affannosa e la condanna da parte dell’opinione pubblica, sempre molto spietata nei nostri confronti, ad un crollo verticale ed inesorabile. Dall’altra parte del campo c’era l’imbattibile Napoli del più grande giocatore del mondo e del miglior tecnico della stagione. Una squadra destinata a vincere tutto con il bel gioco e gli spunti dei suoi fuoriclasse. Insomma, Davide contro Golia.

Eppure quello andato in scena al San Paolo è stato un film pieno di sorprese con l’antagonista “sfigato” che si prende la ribalta e da “nerd” diventa il “figo” di turno che porta a casa trofeo e ragazza. Davanti all’Inter di martedì sera bisogna solo togliersi il cappello e iniziare ad applaudire dal momento in cui Valeri fa scorrere i titoli di coda. Inter cinica, ordinata e tosta. C’è chi a fine match ha avuto il coraggio di dire che è stato il Napoli a fare la partita e che la squadra ospite ha solo sfruttato le occasioni che le si sono presentate. Ma ormai davanti a tanta e reiterata prevenzione fino a sfiorare il ridicolo io giro le spalle e rido. Inutile prendere seriamente questo tipo di giudizi dati da chi nemmeno guarda le partite. Mi dispiace solo per chi legge o ascolta da casa che debba sentirsi riempire le orecchie di tali fandonie. Ma andiamo avanti.

Mancio osa schierando una formazione molto offensiva, l’Inter amministra, ha più possesso palla del Napoli ma non crea. Il Napoli si rende pericoloso con Callejon ma tanto abbiamo Handanovic in porta e stiamo tranquilli. Nel secondo tempo in campo si vede solo la squadra nerazzurra. A chi mi parla di turn over di Sarri dico che, nel caso, per prima cosa ha sbagliato a sottovalutare l’avversario e per seconda che i titolari (Higuain, Hamsik e Jorginho) sono entrati belli freschi sul punteggio di 0-0 pronti a fare la differenza e eliminare dalla coppa la “povera” e “disastrata” Inter. Jovetic ha inventato un gol dei suoi e Ljajic ha confermato la sua grande forma fisica con quella volata nel finale che è valsa il 2-0 e la qualificazione alle semifinali. Per l’Inter questo è un risultato di platino. Non è da tutti battere il Napoli in casa sua senza prendere gol e segnandone un paio. Ah, questa volta purtroppo per molti non si potrà nemmeno tirare fuori la modaiola tiritera del “solito 1-0”. Il Napoli dimostra ancora una volta di soffrire il turn over e forse di essere davvero dipendente da un grande giocatore di nome Higuain.

Ovviamente il finale per i nerazzurri doveva essere aperto e doveva inevitabilmente tingersi di “giallo”. Mancio viene insultato da Sarri e poi succede quello che tutti abbiamo visto. Non entro nel merito del discorso omofobo di Sarri ma tanto nella sua trasformazione da inizio anno. Ricordo un uomo sereno di fronte alle difficoltà iniziali e umile oltre che intelligente davanti alle accuse ricevute a inizio anno. Mi ritrovo a dover commentare un allenatore che sembra essere di alto livello con grandi idee e capacità, che però ha perso un po’ di quell’umiltà che aveva unito tante maglie diverse nel giudizio unanime sulla sua simpatia e genuinità positiva. Non si può perdere così le staffe alla prima sconfitta. Bisogna saper accettare la sconfitta per essere dei veri vincenti. Vincere e stare in vetta dà le vertigini e forse bisogna abituarsi senza trasformare in negativo il proprio comportamento.

Mancini stava discutendo con il quarto uomo, non capisco perché Sarri si sia sentito in obbligo di mettersi in mezzo insultando con parole che dovrebbero essere indifendibili per tutti (ma leggendo blog e post su internet mi accorgo che non è così) l’allenatore nerazzurro. C’è chi accusa Mancini di essere stato scorretto: di fronte a queste accuse non ci sono più altre parole ed è meglio rispondere con il silenzio.


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