L'Inter continua a vincere, ma questo non è un mercato da grande club
Due partite, due vittorie. Sei punti in classifica. Icardi capocannoniere con quattro reti, insieme a Dybala. Luciano Spalletti sempre più padrone della situazione, vedere la trasferta di Roma dove l'Inter poteva perdere, graziata anche dalla non concessione di un possibile calcio di rigore contro sull' 1-0 a favore dei giallorossi, ma alla fine il tabellino dice 3-1 per la Beneamata con Spalletti perfetto nelle sostituzioni e nella lettura del finale di gara. L'Inter continua quindi a vincere in campionato anche dopo il filotto di successi nelle prestigiose amichevoli estive contro squadre del calibro di Lione, Bayern Monaco, Chelsea e Villarreal. Tutto bene quindi? No.
Il mercato, nonostante Suning abbia sinora investito circa 100 milioni in entrata per Borja Valero, Vecino, Skriniar, Dalbert e Cancelo, non piace. Anzi ha deluso la maggioranza dei tifosi nerazzurri che non capiscono cosa stia succedendo. Come è possibile che una proprietà considerata strapotente dal punto di vista economico, abbia deciso di non esporsi più proprio quando mancava la classica ciliegina sulla torta, tanto da farsi soffiare da rivali dirette per un posto di vertice in campionato, i giocatori messi nel mirino da Sabatini e Ausilio? I mancati arrivi di Schick e Keita, accasatisi a Roma, sponda giallorossa e Montecarlo, sanno di beffa. A prescindere dal valore dei due attaccanti e dai paletti imposti dal Financial Fair Play.
Ogni strategia può essere quella giusta, ma soprattutto comprensibile dalla massa se suffragata da motivazioni valide. Se Suning avesse detto chiaramente dall'inizio che è finito il tempo del grande nome tanto per ricevere gli applausi della critica e che sarebbe iniziata invece una politica di progettazione sostenibile con gli obblighi imposti dall'Uefa, accompagnata da investimenti più importanti per le strutture e la solidità futura del club, forse ora staremmo tutti più tranquilli. E invece ci avevano detto che Angel Di Maria forse non sarebbe venuto all'Inter non perch inavvicinabile economicamente, ma perché sarebbe stato meglio puntare un esterno in grado di realizzare molti gol, in modo da non dover obbligare il solo Icardi a gonfiare le reti avversarie. Ci avevano detto che Nainggolan era obiettivo caldo, ma che se il Ninja avesse deciso di rinnovare con la Roma, come poi avvenuto, l'Inter avrebbe avuto l'arroganza per andare a strappare al Bayern Monaco, Arturo Vidal. È bastato un no secco di Ancelotti e Rummenigge, per tornare a cuccia.
Intanto i giorni passavano e improvvisamente qualcuno ha iniziato a spiegare che il Financial Fair Play non era finito come molti pensavano lo scorso 30 giugno quando la società è riuscita abilmente a cedere giocatori per incassare i milioni necessari al raggiungimento del pareggio di bilancio nella stagione 2016-17. I sogni degli imminenti fuochi d'artificio sul mercato sono poi definitivamente sfumati quando è cominciata a girare la notizia della chiusura dei rubinetti da parte di Suning sotto richiesta del governo cinese, che supporta i grandi investimenti che riguardino direttamente il loro Paese, ma non vede di buon occhio invece grandi spese all'estero, anche in virtù di un ferreo controllo sulla regolarità fiscale di chi muove il denaro. Tradotto: piaccia o no, la Cina non si rapporta al calcio come gli emiri del Paris Saint-Germain, dove aggirare le regole del Financial Fair Play pare lo sport più gettonato, come i casi Neymar e Mbappé insegnano. C'è anche chi assicura che le casse nerazzurre si riapriranno come d'incanto a ottobre, dopo lo svolgimento del diciannovesimo congresso del partito comunista cinese che rinnoverà la classe dirigente, ma che dovrebbe rafforzare il potere del presidente Xi Jinping, colui che non ha mai nascolto la sua “malattia” per il calcio e che sogna di vedere un giorno, la Cina campione del mondo. Lui potrebbe essere l'uomo in grado di far agire più liberamente Suning, magari già dal prossimo mercato di gennaio.
Francamente fa sorridere pensare a milioni di tifosi dell'Inter impegnati, tra ottobre e novembre, a smanettare su computer e dispositivi affini per seguire in tempo reale il congresso del partito comunista cinese per sapere se a breve potrà arrivare un cosiddetto Top Player. Sì, ridiamoci su, almeno per ora. Non deve però passare l'accusa di tirchieria. Suning ha finora investito 370 milioni acquisendo la maggioranza delle azioni del club. La scorsa estate ha speso 45 milioni per Joao Mario, 30 per Gabriel Barbosa, mentre nella finestra invernale ha vinto il duello con la Juventus per Gagliardini, pagandolo 25 milioni. Suning deve essere solo ringraziata per essersi appalesata in un momento di grande difficoltà finanziaria della società. Ma questa sessione di mercato, nonostante l'ingaggio di un grande allenatore come Luciano Spalletti, di uno stimato dirigente sportivo come Walter Sabatini e di sei buoni, ottimi giocatori, non può essere salutata con applausi. Giovedi si chiude e mancano ancora, come minimo, un difensore centrale ed un esterno d'attacco.
Intanto, tanto per non farci mancare niente, mentre scriviamo questo editoriale arriva la pessima notizia di una distorsione al ginocchio destro per Cancelo, che lascia quindi la nazionale portoghese per sottoporsi agli accertamenti del caso da parte dello staff sanitario nerazzurro. Incrociamo le dita e consoliamoci con il primato in classifica, dopo aver battuto Fiorentina e Roma. Ma proprio per questo Luciano Spalletti meritava qualcosa in più. Per tentare di vincere lo scudetto.