L'Inter è molto di più di quella vista a Leverkusen. L'autocritica è necessaria
Alla fine ci si può infuriare con Vincic, con l'assistente Klancnik che invece di fare il proprio lavoro lascia che sia il VAR eventualmente a correggerlo, oppure con la malasorte per quella serie di rimpalli che hanno impiattato il pallone per il destro di Mukiele proprio al 90'. Ma bisogna anche essere onesti, a fare realmente la differenza è stato l'atteggiamento dell'Inter. Se fosse finita 0-0, risultato che ormai sembrava scritto, ora parleremmo di squadra solida, imperforabile, capace di mettere la museruola ai migliori attacchi europei. Ma la sconfitta arrivata alla fine mette a nudo l'approccio remissivo di una squadra che non ha mai saputo rendersi pericolosa e alla lunga ha permesso al Bayer Leverkusen di mantenere alto il baricentro e provarci fino al termine. Che poi, la storia recente dei tedeschi lo dimostra, non ci si può mai rilassare fino al triplice fischio perchè un modo per colpirti lo riescono a trovare. E così putroppo è stato.
Certo, se i nerazzurri avessero 'spaventato' Tah e compagni, avrebbero impedito loro di crederci, di salire così, di sbilanciarsi onde evitare ripartenze letali. Ma gli ospiti si sono abbassati troppo, hanno preferito attendere e rinunciare a offendere, di tenere il pallone più che verticalizzare, esponendo il fianco all'amaro destino. Questo atteggiamento è accettabile in casa del Manchester City prima del crollo, ma non alla BayArena contro una squadra senza attaccanti e non proprio in linea con la versione imbattibile della scorsa stagione. Bisognava fare, o almeno provarci, la voce grossa come le grandi squadre sanno. Una sconfitta che di certo non fa bene alla classifica dell'Inter, ma non compromette nulla a due giornate dalla fine. Però deve servire da monito, non ci si può mai rilassare e speculare contro nessuno, figurarsi in Champions League. E frega zero che il record di inviolabilità della porta sia crollato proprio sul traguardo, ciò che conta è che da questa serata Inzaghi e i suoi ragazzi sappiano trarre un insegnamento. A prescindere dalle assenze e dal turn over, l'undici iniziale e i sostituti della ripresa erano ampiamente in grado di confermare le aspettative che ormai questa squadra ha creato.
La soluzione consigliata dagli esperti sarebbe quella di mettersi questa sconfitta subito alle spalle. Invece l'ideale sarebbe rifletterci con cura, a mente fredda, per arrivare all'origine e alle cause di questo k.o. a Leverkusen. Capire dove l'Inter ha sbagliato e come non concedere il bis. Si può perdere, ci mancherebbe, ma è il modo che fa tutta la differenza del mondo. Esempio: l'Atalanta ha ceduto i 3 punti al Real Madrid. Ma a Bergamo sono comunque soddisfatti della prestazione, del coraggio, della forza mentale con cui i bergamaschi hanno affrontato il blasone dei Blancos. In perfetta linea con il percorso finora eccellente della squadra di Gasperini. L'Inter è molto di più di quella remissiva vista alla BayArena, non serve neanche ribadirlo. E anche i co-titolari hanno tutte le carte in regola per mantenere il trend. Si suol dire: una squadra è grande quando cambiando qualche titolare non cambia la qualità del gioco. Corretto. Ma lo stesso dicasi della mentalità, che deve essere sempre propositiva a prescindere da chi è in campo. In modo che alla fin fine un risultato negativo altro non sia che un banalissimo incidente di percorso. Lunedì all'Olimpico si capirà se per i nerazzurri lo è stato la sconfitta di ieri sera. Ma chi segue questa squadra non ha dubbi: saprà rialzarsi e tornare a ruggire.
Infine, va sottolineato come il martedì teutonico non abbia lasciato solo amaro in bocca. Menzione speciale per i nostri nerazzurrini che, guidati da Andrea Zanchetta in panchina e da Mattia Zanchetta in campo battono il Bayer Leverkusen a domicilio e ottengono la sesta vittoria su sei in Youth League, unica squadra in grado di centrare questo strepitoso filotto. Giovani talenti crescono, anche quelli sotto età che il mister ha voluto coinvolgere e far esordire in un appuntamento internazionale, anche in virtù di qualche assenza di troppo tra gli abituali. Cambiano gli ingredienti, non cambia l'esito finale: l'Inter U20 domina oltre i confini nazionali e strappa consensi. Bene, bravi, ad maiora.