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L'Inter (fuori ruolo) di Mancini

di Alessandro Cavasinni

È già l'Inter di Roberto Mancini. Embrionale, con interpreti “sbagliati”, colma di paure derivanti dal recente passato. Ma la traccia è evidente. Dallo stadio si è visto senza possibilità di smentita. L'Inter scesa in campo all'Olimpico è stata schierata con un chiaro 4-4-1-1, con Guarin a destra, Kuzmanovic a sinistra, Medel-M'Vila in mezzo e Palacio qualche metro dietro Osvaldo per andare in pressing sul regista basso della Roma e assistere l'oriundo nell'azione d'attacco. Dopo i 4-5-1 mascherati da 4-3-3 visti con Milan e Dnipro, l'allenatore marchigiano ha modificato qualcosa in base all'avversario, ma non la sostanza. E la sostanza dice che il Mancio sta preparando il terreno per l'Inter che verrà, a costo di adattare più di un elemento, ovviamente prendendosi dei rischi.

Una sorta di corso preparatorio e propedeutico alla “vera” Inter del Mancini II. Quella che verrà, magari a cominciare da gennaio. Eh già, perché è evidente che il tecnico jesino stia percorrendo due strade: un occhio al presente e uno già al futuro. Come ha ammesso candidamente lui stesso, questo è un organico tarato sul 3-5-2. Pura verità. Tant'è che non vi sono tracce di esterni alti o quantomeno offensivi. E gli unici esterni che ci sono risultano poco adatti a una difesa a quattro, denunciando lacune già note. E' accaduto con Nagatomo, accade con Dodò e ricordiamo anche di Jonathan nei suoi trascorsi poco lusinghieri in quella zona di campo. Potrebbe essere salvato il solo D'Ambrosio, e non è un caso se il più solido risulta Campagnaro e se in molti vorrebbero Juan Jesus dirottato a sinistra in luogo del connazionale ex Roma. Per non addentrarci nella questione dei centrali: in attesa di Vidic, Ranocchia e lo stesso JJ hanno collezionato errori su errori tra Milan, Dnipro e Roma.

Ciononostante, Mancini pare intenzionato a continuare sulla sua strada: conoscere la rosa a disposizione e modellarla sul proprio credo calcistico. Nella sua testa, ci giuriamo, l'Inter sarebbe già pronta e impacchettata. Servono urgentemente almeno due esterni “alti”, probabilmente a gennaio ne arriverà solo uno (Cerci e Konoplyanka in pole). Giocando solo con un attaccante, invece, la ricerca di una quarta punta potrebbe risultare ingiustificata. Almeno in tempi di magra. Meglio investire per colmare le mancanze più evidenti. Quindi si spenda per un esterno offensivo e, magari, per un terzino. Blasfemia? Qualcuno potrebbe pensarlo, spiegandoci che l'Inter ne ha già quattro in rosa. Ma, come detto, le caratteristiche che si adattavano q un 3-5-2 adesso vanno messe in soffitta. Servirà poi recuperare il miglior Vidic e il miglior Hernanes, due elementi che potrebbero essere i pilastri dell'Inter manciniana.

Provando quindi a ipotizzare un'Inter rinvigorita dal mercato di gennaio, ecco cosa verrebbe fuori. Schema 4-2-3-1 (che in fase di non possesso torna un 4-4-1-1): Handanovic; Campagnaro (?), Vidic, Ranocchia (Juan Jesus), D'Ambrosio; Medel, Hernanes; Cerci (?), Kovacic, Palacio; Osvaldo (Icardi). Una commistione tra quello che è e quello che dovrebbe essere la seconda Inter di Mancini. Una sorta di fase intermedia, che riesca a mietere risultati fin da subito, ma che soprattutto guardi al futuro. Gettando le basi per un nuovo ciclo vincente. Ecco perché Mancini insiste nella sua idea nonostante uomini poco adatti. Ecco perché bisognerà capire chi può starci e chi no nell'Inter che verrà. Una sorta di nuova “raccolta dati”, quella che non ha funzionato con Mazzarri. E che, invece, si spera funzioni con Mancini.


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