L'Inter, il Milan e il Derby di Milano: una questione di testa
Erano anni che non si vedeva un derby di questa importanza. Milano domina il calcio italiano come non succedeva da tempo, in un campionato più che mai combattuto e che agli occhi di molti - anche se con le dovute proporzioni - porta ad un inevitabile parallelismo con le famose 'Sette Sorelle'. In attesa che la Vecchia Signora dia cenni di risveglio dopo i lunghi anni di incontrastata supremazia, a prendersi la scena sono Inter e Milan. Che ora si trovano lì, in vetta alla classifica e ad una sola lunghezza di distanza l'una dall'altra (nerazzurri a quota 50, rossoneri a 49) e pronte a darsene di santa ragione sotto l'ombra del Duomo.
Domani alle ore 15, quando l'arbitro Daniele Doveri metterà il fischietto in bocca per il kick-off di San Siro, il Biscione si troverà davanti alla concreta possibilità di dare una prepotente spallata al Diavolo per allungare subito a +4 dopo il recente sorpasso ad alta quota; dall'altra parte però ci sarà la squadra di Stefano Pioli, che invece pregusta il controsorpasso immediato con l'occasione di vendicare il passo falso con lo Spezia in campionato e la beffa in Europa League ad opera della Stella Rossa di Dejan Stankovic. Uno che di derby ne ha giocati - e decisi - tanti in carriera.
Dopo il 2-1 milanista del girone d'andata, con un'Inter decimata dai numerosi casi di Covid-19 (furono pesanti, soprattutto, le assenze di Bastoni, Skriniar e Young), è arrivata la puntuale rivincita nerazzurra in Coppa Italia. Proprio nella serata passata alla storia come quella del testa a testa tra Zlatan Ibrahimovic e Romelu Lukaku e della contestuale rinascita interista di Christian Eriksen, decisivo con la geniale punizione last minute che ha poi regalato ad Antonio Conte l'accesso alle semifinali della competizione contro la Juventus. E proprio la testa calcisticamente sapiente del classe '92 di Middelfart è l'elemento nuovo che fa da spartiacque nella seconda parte della stagione della Beneamata, chiamata ora a sprintare per far sempre più suo primo posto in Serie A, che senza più coppe da giocare è diventato giocoforza l'obiettivo principale dell'annata in corso.
Il derby di domenica non sarà certo decisivo (visto il lungo e tortuoso percorso che attende entrambe le squadre fino al termine della maratona), ma sarà senz'altro importante. Soprattutto per la testa: in primis della classifica, che potrebbe essere ancor più colorata di nerazzurro o che, viceversa, potrebbe tornare subito in possesso del Milan. Ma anche per quella delle due squadre, perché se una vittoria darebbe uno slancio morale per il proseguo della stagione, una sconfitta potrebbe invece sortire l'effetto opposto. La testa serve sempre, soprattutto per giocare un Derby della Madonnina delicato come quello ormai alle porte e dove serviranno - come la storia racconta - sia cuore che polmoni, ma anche l'intelligenza e la freddezza utile per approfittare dei dettagli e per indirizzare i tre punti da una sponda o dall'altra del Naviglio. Da Lukaku e Ibrahimovic fino a Conte e Pioli, dall'Inter al Milan fino alla classifica e al morale: il Derby di Milano sarà una questione di testa.