L'Inter oltre Sacchi
L'Inter è sempre l'Inter, e allora ecco che dopo i tre punti strappati al Napoli nel secondo scontro diretto vinto in stagione la striscia di successi della squadra di Inzaghi si arresta, anzi viene arrestata a Monza dopo una performance da grandi classici del direttore di gara Sacchi: mancava solo il "voi dell'Inter dovete stare zitti" e magari chissà avremmo sentito per una volta levarsi anche una voce dalla dirigenza nerazzurra. Così il Toro indomito Lautaro Martinez su Instagram con ovvio riferimento al pasticciaccio combinato in area monzese dal fischietto di Macerata: "Volevamo vincere per continuare ad accorciare. Ci hanno fermato. Testa bassa e pedalare insieme come squadra nella stessa direzione". Per il resto, un arbitraggio a senso unico che in campo ha fatto alterare stavolta non il solo Barella ma un po' tutti i nerazzurri (per il conto delle sviste vi rimandiamo alla moviola) e dato coraggio alla squadra di Palladino, premiata alla fine all'ultimo assalto nel recupero dalla capocciata dell'ex di turno Caldirola, agevolato nel duello aereo con Dumfries, che anzi devia il colpo di testa rendendolo imparabile per Onana. Fosse stato Mourinho chissà come avrebbe commentato l'entrata in campo dell'ex PSV, non per nulla connazionale di Karsdorp.
Sì, l'Inter ha messo anche del suo soprattutto nel secondo tempo, quando non è riuscita praticamente quasi mai a ribaltare il fronte d'attacco, mentre il Monza, spinto e motivato dai fischi di Sacchi più che dai cori dell'U-Power Stadium, ha avuto la meglio alzando il baricentro ed è sembrato anche più vispo in termini di condizione atletica. È evidente che molti dei nerazzurri siano arrivati con le batterie a metà dopo le tante energie spese nell'ottima prova disputata mercoledì a San Siro contro il Napoli. Totalmente scarico e ai limiti dell'imbarazzante Lukaku, mangiato a turno dai tre difensori avversari, e non si parla certo di marcatori insuperabili. Il numero 90 sulle sue spalle non è mai stato così pesante: small Rom ha sbagliato tutti gli appoggi possibili a distanza di pochi metri e gli stop che avrebbero dovuto consentire all'Inter di restare alta, guadagnando terreno e minuti preziosi verso il triplice fischio e altri nuovi tre punti, mentre Dzeko ignaro che il peggio sarebbe dovuto ancora arrivare se la rideva in panchina. Stando così le cose (ricordiamo che Lukaku è lavora sul recupero sin dall'inizio del Mondiale con il Belgio) forse aveva davvero ragione Moratti: una "grande fregatura" perché fino a quel momento il belga non aveva praticamente mai giocato, ma oggi lo fa addirittura per gli altri.
Ripresa giocata in apnea ma l'Inter era comunque riuscita ad accarezzare la vittoria fino al 93', prima che Mkhitaryan, unico dei tre fari rimasto in campo dopo le uscite di Calhanoglu e Barella, spegnesse anche lui la luce regalando al Monza il pallone per la ripartenza e il 2-2 messo a segno nella propria porta da Dumfries. Inzaghi come tutti gli interisti si lecca le ferite e non risparmia le critiche per Sacchi, che a fine partita ha poi ammesso l'errore chiedendo scusa, ma questo non basterà ad evitargli lo stop deciso a malincuore dall'AIA. Mentre all'Olimpico la Lazio si è inceppata anche stavolta facendosi raggiungere nel recupero dall'Empoli, emulando difatti lo stesso copione dell'Inter, e a Genova il Napoli contro la Sampdoria si è rialzato centrando la 14esima vittoria in 17 gare, risalendo a più 10 sui nerazzurri. Ad oggi i discorsi sulla seconda stella sarebbe meglio lasciarli a Bennato, anche perché non si è mai vista una squadra vincere lo scudetto con una media di 1,44 punti fuori casa. C'è un'Inter oltre Sacchi che non ha ancora risolto i problemi più gravi che la rallentano da inizio anno ma che ciononostante rimane in corsa per il bottino nelle altre tre competizioni. La pedalata di Lautaro e compagni proseguirà domani sera in Coppa Italia contro il Parma, poi sabato prossimo in campionato contro il Verona, quando la squadra sarà chiamata all'ennesima sterzata.