L'Inter perde il derby del carrozzone
Sì è vero: Kolarov ha fatto danni in difesa, Brozovic è stato irritante, Conte gioca sempre a tre, Eriksen è entrato svogliatamente, l’arbitro non ha espulso Kessie e ha sorvolato su due falli a Lautaro e Lukaku e il fuorigioco rivisto al var lascia più di un dubbio.
Sì, l’Inter ha sbagliato almeno quattro occasioni da gol clamorose e nell’occasione del rigore è andata pure male perché Handanovic lo aveva parato.
E sì, lascia parecchio perplessi la scelta di cedere Godin e prendere Kolarov.
Sono considerazioni che in un derby ordinario potrebbero anche avere un valore ma stiamo parlando di un derby giocato contro ogni logica, perché il Campionato non può avere rinvii, falsando il rapporto di forza.
L’Inter ha chiuso la scorsa stagione il 21 agosto. La squadra si è riposata poco meno di due settimane, ha dovuto necessariamente iniziare per ultima il ritiro, riuscendo a collezionare la miseria di due amichevoli.
Il club ha dato vita ad un mercato intenso nel quale non è stato possibile vendere tutti i giocatori fuori dal progetto (e reintroducendo a forza Perisic e Nainggolan).
Dopo la sosta Conte ha perso sei giocatori per Covid-19, più uno squalificato comicamente all’Olimpico, per una simulazione di un giocatore laziale, 16 giocatori partiti per l’irrinunciabile Nations League e tutto il gruppo squadra in auto isolamento come da protocollo.
I giocatori scesi in campo contro il Milan non si sono mai allenati in gruppo negli ultimi dieci giorni. Una parte in quarantena, ad allenarsi a casa e nessuna preparazione ad una partita tanto importante, con l’eccezione della rifinitura del venerdì, primo giorno in cui Conte ha visto tutta la squadra.
Sanchez ha potuto giocare solo 10 minuti, perché tornato malconcio, Vecino, unico cambio possibile a centrocampo ancora infortunato, in panchina tutti primavera più Ranocchia, Darmian ed Eriksen
Con queste premesse ci si ostina a parlare di derby e rapporti di forza che erano quasi immutati, con una convinzione priva di logica che metteva il Milan al livello di una squadretta locale e l’Inter una corazzata che pure se in condizioni tanto assurde poteva comunque vincere.
Nella stessa settimana la rivale diretta ha ottenuto un 3-0 a tavolino senza scendere in campo, una partita che avrebbe potuto terminare in parecchi modi.
A questo proposito, abbiamo passato anni a sentirci dire “scudetto di cartone” con moralismi sull’etica e i principi sportivi ma la Juventus che rispetta i regolamenti esponendo due scudetti tolti e accetta le sentenze facendo 38 (trentotto) ricorsi da 14 anni per riavere gli scudetti, si è presa come da regolamento, la vittoria di “cartone”.
Tanto per chiarire quanto marketing e quanta politica, quella che l’Inter insiste masochisticamente nel non fare, ci sia dietro le logiche della retorica tra società e i tifosi che si fanno incantare.
Tornando al derby, è iniziato male, perché quando dei giocatori tornano due giorni prima di una partita non hanno le energie mentali e fisiche per avere la stessa concentrazione. Dopo aver preso il secondo gol l’Inter è tornata in partita con il generosissimo Lukaku, e una prestazione sontuosa di Barella. La squadra aveva degli squilibri ma non meritava di perdere.
Nel secondo tempo l’assenza di cambi non ha permesso di restituire lucidità e donare nuove armi. Hanno dato tutti quello che potevano ma questa non è una condizione normale, per questo lo considero il derby di un carrozzone che deve andare avanti, spremendo i giocatori facendogli fare quante più partite possibile per non perdere i pochi soldi che girano, mungendo i tifosi raccontandogli una realtà dolcificata e puntando su valutazioni tecniche invariate, come se nulla stesse accadendo.
Il carrozzone deve andare avanti, ci mancherebbe, ma la logica secondo cui questo derby e altre situazioni vadano giudicate mantenendo inalterato il copione, è avvilente.
A fine partita Conte è tornato a recitare il ruolo del professionista che non si agita più di tanto. Dopo l’estate ha scelto di restare interpretando un nuovo personaggio, quasi distaccato, mostrando l’animo manicheo, privo di mezze misure nella sua comunicazione.
Quello che ci si deve augurare è che quell’elemento passionale lo trasmetta alla squadra nel corso della stagione.
Mercoledì c’è il Borussia Mönchengladbach, torneranno diversi giocatori e non va fatto l’errore disgraziato di giocare come con lo Slavia Praga a San Siro nella gara d’esordio.
Il Campionato può ancora essere recuperato, in Champions se ne sbagli una del genere la paghi.
Amala.
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