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La finale di Champions League non può essere un punto di partenza

di Mattia Zangari

"La finale di Champions League è un punto di partenza", ha detto Federico Dimarco, con orgoglio misto a frustrazione che gli scorrevano nelle vene, mentre commentava a caldo l'atroce delusione provata a Istanbul dall'Inter, appena sconfitta di misura dal Manchester City. Una contraddizione in termini, quella del giocatore-tifoso nerazzurro, perché una medaglia d'argento europea non è altro che un punto d'arrivo, magari non quello sognato, ma sicuramente l'apice di un ciclo cominciato a fine 2018, non appena Steven Zhang è diventato il presidente più giovane della storia del club milanese.

Da quel momento storico, l'Inter ha messo in bacheca cinque titoli in cinque anni, abituandosi a coniugare il verbo vincere grazie al lavoro di Antonio Conte, il condottiero del 19esimo scudetto che non fece nemmeno in tempo a godersi la gloria perché decise di andarsene praticamente subito dopo i festeggiamenti. Scelta tipica del personaggio Conte, un allenatore top che, non avendo poteri divinatori, non poteva prevedere cosa sarebbe successo dopo il suo addio. E' bastato qualche indizio per spingerlo a trovare la risoluzione consensuale del contratto e lasciare la squadra in mano a qualcun altro. Aprendo le porte di Appiano Gentile a quel Simone Inzaghi moltiplicatore di ricavi e trofei, come da sua celebre sentenza. E in effetti con l'ex Lazio a Milano sono arrivate 4 coppe (due Coppa Italia e altrettante Supercoppa italiane) più la finale di Champions che una mano ai conti della società di Viale della Liberazione la darà eccome. Introiti inaspettati che permetteranno alla dirigenza quantomeno di studiare una strategia di mercato e non di subirla, come accaduto in alcune recenti sessioni. Il tutto per costruire la rosa che dovrà partire con l'obiettivo di conquistare la seconda stella, ricominciando a pesare i trofei anziché contarli come in un'equazione che a un certo punto può finire per essere ingannevole.

Già, la matematica, quella severa nemica con cui l'Inter ha litigato per tutto il campionato, sempre pronta a dirle di essere lontana anni luce dal Napoli padrone in lungo e in largo della Serie A. Diciotto i punti il distacco dai campioni d'Italia nell'arco di 38 giornate, nove volte tanto quelli accusati dal Milan nella passata stagione. Il famoso "punto nero sul foglio bianco", per dirla alla Marotta, che non può non essere preso in esame nel tracciare il bilancio complessivo, al netto dei due trionfi e mezzo ottenuti nel 2023. La scorsa estate, la squadra era stata costruita proprio per vincere il campionato e fare strada in Europa almeno fino agli ottavi. Il primo obiettivo è svanito praticamente subito, per quanto riguarda il secondo Lautaro e compagni sono andati ben oltre le più rosee aspettative. A sensazione, a un certo punto dell'annata, con Spalletti a distanza chilometrica e un sorteggio più che favorevole, lo spogliatoio ha dato priorità al percorso continentale, avendo la possibilità di percorrere questa strada, anche a costo di complicarsi la vita in chiave quarto posto, proprio perché il primo obiettivo era stato fallito fragorosamente. Non un dettaglio, anche se poi lo splendido viaggio degli ultimi mesi ha spostato decisamente i giudizi di critica e tifosi. Il calcio è soprattutto emozioni, e l'Inter ha fatto battere i cuori di milioni di tifosi nel mondo da fine aprile al 10 giugno. Il giorno in cui sarebbe potuta entrare nella leggenda. Non è stato così perché, inconsciamente, forse ha avuto troppo rispetto del Manchester City, rendendosi conto troppo tardi di potersela almeno giocare. La Champions è come il lancio di una moneta, direbbe Guardiola, e questa volta è uscita 'sconfitta'. Non è detto che l'Inter non possa riprovarci in futuro, ma è meglio fissare il punto di partenza molto più indietro: la prima giornata del prossimo campionato. Si ripartirà da zero, non conterà che l'Inter sia vicecampione d'Europa in carica. Magari ci sarà da soffrire per battere il Frosinone in casa, sicuramente non ci saranno 38 big match. Come auspicava scherzosamente Alessandro Bastoni nell'open media day: "Spero che in campionato il prossimo anno ci sia solo il Napoli". 


Steven Zhang arriva in sede sorridente
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