La gamba tesa del Faraon
Quale sarà il futuro di Diego Godin? Nelle ultime settimane, complice anche il lockdown, l’astinenza da campo e l’impellente necessità di riempire pagine di giornale, si è fatta sempre più largo la voce di un ipotetico divorzio a fine stagione tra l’Inter e l’esperto difensore uruguaiano. Si è parlato tanto dell’ipotesi Ligue1, con l’Olympique Lione pronto a tentare il Faraon con una nuova esperienza oltralpe e lontano da Milano dopo appena una stagione.
I vertici del club francese non si sono nascosti, ammettendo l’effettivo interesse per l’ex capitano dell’Atletico Madrid anche per bocca del presidente Jean-Michel Aulas: "Bisogna chiedere a Juninho e Bruno Cheyrou (gli uomini mercato del club, ndr). Comunque è vero che questi sono nomi che sono stati vagliati, come ce ne sono molti altri. Abbiamo la particolarità di avere la possibilità, nonostante la crisi sanitaria, di effettuare una campagna acquisti piuttosto ambiziosa. Vogliamo puntare ai primi posti nella prossima stagione". Un attestato di stima, che in Italia ha trovato terreno fertile con la forte candidatura del promettente Marash Kumbulla (difensore classe 2000 dell’Hellas Verona) come eventuale erede dell’attuale numero 2 nerazzurro nello scacchiere tattico di Antonio Conte dell’Inter che verrà.
A smorzare le voci di mercato, però, ci ha pensato lo stesso Godin: prima velatamente attraverso colpi di social, poi a chiare lettere tramite la stampa. I segnali lanciati dallo Sceriffo non lasciano dubbi su quali siano le reali intenzioni del classe '86 per l’immediato futuro. Giovedì sera, dopo l’inusuale allenamento dell’Inter sul prato di San Siro in vista della sfida di domani sera contro la Sampdoria, Godin ha sottolineato con un semplice post la sua voglia di Inter: "Sono molto contento di essere tornato ad allenarmi con la squadra a San Siro" ha scritto l'ex Atleti, provando ad allontanare il mercato.
Poche ore dopo, nell’intervista concessa ai microfoni del Corriere dello Sport e di As, ha invece optato per la gamba tesa. Da buon difensore: "La verità è che queste notizie sul mio futuro lontano da Milano mi sorprendono molto - ha ammesso il difensore uruguaiano -. Da quando sono all’Inter, mi sono sempre trovato bene sia nel club sia con i tifosi. Sento la fiducia della società e qui sono come a casa. Non mi è mai passato per la mente di lasciare l’Inter. Mi sento totalmente parte del progetto e lo spogliatoio è spettacolare" ha assicurato, senza troppi giri di parole, ribadendo che la sua intenzione resta quella di "rispettare il contratto (che andrà in scadenza il 30 giugno 2022, ndr) e godermi questa meravigliosa avventura in Italia e con la maglia nerazzurra. Venire qui è stata una mia scelta e l’ho fatto con l’intenzione di aiutare questo club a conquistare nuovi titoli, a vincere quanto più possibile. Mi risulta che anche la società sia felice di me. E questo mi riempie d’orgoglio. Non è vero che voglio andarmene: non ho mai parlato con nessuno di questa ipotesi, perché resterò qui e farò tutto quello che è necessario per aiutare la squadra. Se i dirigenti saranno contenti del mio rendimento, la mia esperienza all’Inter potrà proseguire".
Al suo primo anno in Italia, anche Godin ha faticato ad adattarsi al nuovo metodo-Conte, ad una nuova difesa a tre e ad un nuovo campionato. Scalzato strada facendo dall’esplosione del giovane Alessandro Bastoni, per lui si contano 25 presenze stagionali (16 in Serie A, 5 in Champions League, 2 in Europa League e 2 in Coppa Italia), 1.901 minuti totali e un assist, quello per la testa del piccolo Stefano Sensi - ieri bloccato dall'ennesimo problema fisico - contro l’Udinese. A Diego, ovviamente, non si chiedono gli assist e i gol, ma di evitare che questi vengano fatti dagli avversari. E nella lunga carriera, spesso e volentieri, ha dimostrato di saper svolgere egregiamente il compito. Dopo i primi mesi di alti e bassi, cestinare dopo una sola stagione il carisma e l’esperienza del centrale sudamericano potrebbe rivelarsi un errore, ma toccherà allo stesso Godin confermare di valere l’alto ingaggio che percepisce a Milano. Dai microfoni al campo: nelle prossime, intense settimane, il Faraon è chiamato ad una nuova gamba tesa su critiche e polemiche.
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