La legge non è uguale per... tutte le big
Si sa, il calcio è fatto di episodi. Una formula sentita e risentita, che ormai dà noia. L'Inter cade a Bergamo, ma diventa difficile analizzare la sconfitta quando pesano come macigni due errori arbitrali (gli ennesimi) subiti dai nerazzurri di Milano.
Senza dieci elementi della rosa, con difesa e centrocampo colpiti a morte, Stramaccioni si presenta all'Atleti Azzurri nell'unico modo possibile: 4-3-3. Francamente, non ho capito come tutti (e dico tutti) gli esperti parlavano alla vigilia di 3-4-3, con Guarin mediano puro al fianco di Gargano. Eppure bastava risentirsi una delle tante conferenze di Strama per capire che mai e poi mai (se non in casi assolutamente straordinari) il colombiano sarebbe stato piazzato lì nei 4 di centrocampo. E invece fino alle 20.44 tutti a pontificare sulla difesa a tre comandata da Cambiasso. Pronti via, e in campo c'è il logico 4-3-3, con Silvestre-Juan inedita coppia difensiva e Guarin al fianco di Gargano e Cambiasso.
Il gol di Bonaventura gela, quello di Guarin risolleva. Poi il crac: errore in fase d'uscita e gol di Denis. Errori (fuorigioco e simulazione di Maxi Moralez: rigore) di assistente e arbitro, e gara chiusa. Le parole di Strama lasciano intendere il pensiero taciuto: “Senza il terzo gol, avremmo pareggiato”. Tradotto: gara persa per colpa di due errori grossolani degli ufficiali di gara. Che più sono e più sbagliano.
L'Inter, nonostante i cerotti, conferma di stare bene. Ma è stato evidente sul piano delle certezze come le assenze sterminate abbiano pesato tanto, dando anche merito alla squadra di Colantuono di saper benissimo cosa fare per far male agli avversari.
Infortuni più errori arbitrali: un cocktail indigesto per Stramaccioni e i suoi ragazzi, che raccolgono la terza sconfitta in campionato, interrompendo la lunghissima striscia di vittorie.
Ma si sa, il calcio è fatto di episodi e non sempre si può vincere contro tutto e tutti come fu allo Juventus Stadium. L'Inter lo sa bene, l'ha sempre saputo: motivo in più per prendersi quel che si merita. Ormai è evidente che in Serie A la legge non è uguale per... tutte le big.