.

La masterclass dello Smemorato di Lecce. Ma Chivu ha frequentato un'altra università

di Alessandro Cavasinni

Dopo il capezzolo scambiato per polpastrello (D'Ambrosio), dopo "sfioricchia" (Sommer), dopo "appoggia il braccio ma non è nulla" (Thuram su Bonny), l'Inter continua a fare giurisprudenza in fatto di regolamento. E così accade che a Napoli si vada addirittura oltre e si assista a un qualcosa di mai visto prima in epoca VAR: decide l'assistente. Non l'arbitro in campo, che aveva lasciato correre; non il VAR e l'AVAR a Lissone. No. Decide l'assistente Bindoni, che staziona a oltre 20 metri dall'accaduto.

Il riferimento è chiaro, ossia il contatto tra Di Lorenzo e Mkhitaryan generato dal movimento del capitano del Napoli che ha portato al rigore spacca-partita del Maradona. Non solo: quel movimento repentino (e voluto) ha pure indirettamente causato l'infortunio muscolare dell'armeno, che in quella circostanza è stato costretto a modificare il passo vistosi ostacolato dalla gamba fluttuante dell'avversario. Un doppio danno per l'Inter. E tanta frustrazione.

Quattro partite in una: la prima - equilibrata - fino al rigore ridicolo; la seconda tra l'1-0 napoletano e la fine del primo tempo, quando i nerazzurri sono andati in forcing, sfiorando ripetutamente l'1-1; la terza dall'inizio del secondo tempo al caos generato da Conte, provocatore con Dumfries e a duello verbale con Lautaro; l'ultima, la quarta, dal post-baraonda al fischio finale. Qui l'Inter è totalmente uscita dal match, incassando il terzo gol dei padroni di casa e non riuscendo più a reagire.

Velo pietoso sul circo messo in piedi nel post-gara dallo Smemorato di Lecce, totalmente incoerente con le dichiarazioni rese in passato e arrogante persino pià del solito. Eppure, per qualcuno, quella di Conte è stata una masterclass. Una lezione universtiaria. Sicuramente non è la stessa università che ha frequentato Chivu.

"Ma io sono un uomo che preferisce perdere piuttosto che vincere con modi sleali e spietati. Grave colpa da parte mia, lo so! E il bello è che ho la sfacciataggine di difendere tale colpa, di considerarla quasi una virtù." 
Pier Paolo Pasolini


Altre notizie