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La nuova Inter Lautaro-centrica richiede un gesto di vero amore

di Fabio Costantino
"A oggi Lautaro non lascerà l'Inter nonostante le proposte arrivate dai club inglesi. È felice a Milano e ama molto il club. Ci incontreremo la prossima settimana per parlare del rinnovo. Lui vuole restare a Milano, la nostra volontà è chiara, ma dipenderà anche dai nerazzurri". Parole e musica del famigerato Alejandro Camano, colui che in collaborazione con la proprietà e la dirigenza di Viale della Liberazione ha portato via Achraf Hakimi. Quante volte l'agente ha ripetuto che el Toro sarebbe rimasto, che sta bene nella metropoli milanese e ama l'Inter? Tante. Però solo giovedì ha aperto concretamente al rinnovo, tasto dolente nel rapporto tra l'argentino e il suo club. E tra le righe ha gettato la maschera, affidando alla dirigenza la responsabilità di far firmare il nuovo contratto a Martinez. Tradotto: noi vogliamo rinnovare, ma voi dovete pagarci quanto riteniamo di meritare.

Nulla di sorprendente, alla fine è sempre una questione di soldi. Lautaro ritiene di meritare un trattamento economico migliore rispetto a quello pattuito mesi fa con il suo precedente entourage. Vero è che il periodo non è dei migliori per andare a chiedere un aumento, ma è altrettanto ingiusto, limitandosi al contesto, che un giocatore determinante come il numero 10 di Bahia Blanca guadagni parecchio meno rispetto a molti suoi compagni meno impattanti sulle sorti della squadra e, soprattutto, meno cercati sul mercato. Per questo Beppe Marotta e Piero Ausilio sono intenzionati a raddoppiargli lo stipendio, ma non basterà. Servirà un ulteriore sforzo per arrivare all'attesa fumata bianca e respingere con decisione gli assalti del Tottenham e dell'Atletico Madrid, che stanno valutando sia lui sia Dusan Vlahovic, altro nome che non lascia indifferente l'Inter.

Però, ehi, quest'apertura al rinnovo e addirittura un appuntamento schedulato sono comunque buone notizie, significa che sponda Lautaro c'è davvero voglia di rinnovare il contratto e rimanere in nerazzurro, di non emulare il compagno di reparto e grande amico Romelu Lukaku, che di punto in bianco, per necessità personali (economiche e sportive) ha abbandonato la barca e tutte le aspettative che il popolo nerazzurro riponeva in lui. Certo, anche il belga sosteneva di amare l'Inter mentre nella testa prefigurava il suo ritorno in grande stile a Stamford Bridge. Ma la sensazione è che Martinez non sia propenso a emularlo. Tra qualche giorno sapremo se l'amore per i colori nerazzurri dell'argentino sarà corrisposto anche economicamente dall'Inter, sperando che visti i sentimenti in ballo le parti si vadano incontro e rafforzino il loro legame.

Anche perché l'Inter che sta nascendo passerà da Lukaku-centrica a Lautaro-centrica. A prescindere dal prossimo attaccante che arriverà, sarà l'argentino la stella del reparto offensivo dopo l'addio del belga. Ad oggi Joaquin Correa è un candidato forte, una seconda punta che Simone Inzaghi conosce benissimo e lo stesso Martinez incontra durante le convocazioni di Lionel Scaloni in Nazionale. Correa e Lukaku sono due attaccanti piuttosto diversi tra loro, ergo un tandem che per semplificazione definiremo CoLa (rinfrescante, soprattutto di questi tempi) riproporrebbe il Toro come prima punta, supportato dal Tucu. Con Edin Dzeko, giocatore meraviglioso nonostante l'età (eppure per alcuni suoi coscritti o addirittura più 'anziani' non ci si pone tanti problemi...), pronto a mettersi a disposizione di entrambi all'abbisogna. Lautaro andrebbe dunque a rivestire i panni di Ciro Immobile, nelle idee di Inzaghi, mentre Correa farebbe... il Correa.

E se non fosse Correa il prescelto e arrivasse una punta più 'fisica', come Duvan Zapata o chi per lui, il nuovo status dell'ex Racing non cambierebbe: senza Big Rom, sarebbe lui a ereditarne lo scettro di punta di diamante nell'attacco nerazzurro, perché difficilmente l'Inter riuscirebbe ad arrivare a un top player di livello internazionale.

Probabile che al numero 10 nerazzurro questa 'promozione' possa fare piacere, per mentalità è sempre stato uno incontentabile, ama le responsabilità e la vivrebbe come un attestato di estrema fiducia. Magari l'intenzione del club di metterlo ancora più al centro del progetto potrà fare da leva per trovare un'intesa più agevolmente sul rinnovo del contratto. Perché è vero che come dice Camano dipende dall'Inter, ma l'amore per i colori, quando è reale, si dimostra anche con i gesti.
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