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La partita con la 'P' maiuscola, al momento giusto. Io me la giocherei così

di Marco Barzaghi

La Partita, quella con la P, eccola pronta lì sul tavolo per misurare quanto è migliorata questa Inter, se effettivamente può tornare a lottare per vincere o se invece deve ancora accontentarsi di essere una triste comprimaria. Inter-Juve, il derby d’Italia, arriva nel momento giusto, l’occasione perfetta per i manciniani, i più criticati probabilmente in questo inizio di stagione nonostante le prime 5 vittorie consecutive, la sera perfetta per rispondere a gufi e criticoni. Lo dicevamo all’inizio di rimanere con i piedi per terra, che il fieno raccolto avrebbe potuto trasformarsi in quattro fili d’erba in poco tempo, e lo ripetiamo ora. La Partita di domenica però ha un valore ancora maggiore, battere i campioni d’Italia domenica sera sarebbe il messaggio migliore per il campionato, rimandare i rivali bianconeri nei bassifondi della classifica e acquisire quella fiducia necessaria per capire che questa può essere veramente la stagione giusta.

Penso che non sia solo un caso che l’Inter non batta la Juve a San Siro dall’anno di grazia 2010, dopo il Triplete i nerazzurri si sono sfaldati progressivamente, mentre le zebre sono tornate a correre come nei giorni migliori, vincendo 4 campionati consecutivi. Adesso l’occasione è tutta nelle mani dell’Inter, perdere non conterebbe poi tanto, mentre vincere potrebbe al contrario aiutare il Biscione a fare quel salto di qualità definitivo in cui sperano i tifosi nerazzurri ormai da troppi anni.

Dopo gli esperimenti non proprio esaltanti falliti con la Fiorentina, mi affiderei al 4-3-3, con Perisic esterno come nella sua nazionale per fare veramente la differenza. La difesa la blinderei con Jesus a sinistra, non rischierei un’altra imbarcata mettendo Telles di fronte a Cuadrado. Medel invece è un’incognita, riportarlo a centrocampo vorrebbe dire sacrificare uno tra Guarin e Kondogbia, posto che Felipe Melo, schiena permettendo, sia titolare inamovibile. Il colombiano è un fedelissimo di Mancini, non è in formissima ma può sempre risolverti la partita, come nel derby, mentre Kondo, oltre alla caviglia arrugginita, non ha ancora fatto vedere di che pasta è fatto. Domenica potrebbe essere la sua serata, ma vorrebbe dire rinunciare alla grinta di Medel di cui Mancini non può proprio farne a meno.

In più contro Khedira, Marchisio e Pogba, servono muscoli e centimetri: una scelta difficilissima per Robimancio, che sa bene come dal risultato di domenica sera dipenda molto di quella che potrebbe essere la nuova storia dell’Inter.


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